Lo scorso fine settimana abbiamo partecipato ad un evento davvero interessante.
Siamo stati ad Asolo, fra le colline venete in provincia di Treviso, per il Festival del Viaggiatore: tre giorni di incontri letterari e culturali per parlare di viaggi, turismo, blogging, musica e arte.
Simona Tedesco e “Le passioni dei viaggiatori”
L’evento che ci ha attirati verso il Festival del Viaggiatore di Asolo è stato uno in particolare, ricco di promesse già dal titolo: “Le passioni dei viaggiatori”, conversazione fra Simona Tedesco, Direttore del mensile Dove, e la giornalista Francesca Visentin.
Come lasciarselo scappare?
Il dialogo ruotava intorno al tema dei viaggi e del modo in cui le persone stanno trasformando il loro modo di viaggiare.
Dei trend in cui mi sono ritrovata in prima persona, anche se magari in modo inconsapevole, e che a mio parere stanno coinvolgendo non solo il turismo ma anche una coscienza collettiva più allargata.
Viaggi e sostenibilità, maggiore consapevolezza
Simona Tedesco ha evidenziato innanzitutto il tema della sostenibilità, che fortunatamente negli ultimi anni sta assumendo dimensioni importanti anche nel turismo.
I viaggiatori oggi sono più consapevoli dell’impatto del viaggio sulle economie e sugli stili di vita dei luoghi che visitano. Motivo per cui sta cambiando il modo di scegliere e organizzare le vacanze, non più solo momento di svago e benessere ma anche con il desiderio di trasformare il viaggio in qualcosa di diverso, perché attento nella scelta di strutture ricettive, mezzi di trasporto e impatto ambientale.
Anche noi, seppure in piccolo, abbiamo fatto delle scelte più ponderate, pensando all’impatto economico dei nostri viaggi, soprattutto nell’ultimo anno. Per il nostro viaggio in Nepal abbiamo deciso di alloggiare in alcune homestay gestite da organizzazioni collettive: un modo per sostenere organizzazioni non profit e comunità di piccoli paesi del Nepal, ancora in sofferenza per le conseguenze del terremoto del 2015, in cui le persone che le gestiscono si impegnano quotidianamente nell’educazione di bambini e ragazzi orfani.
Viaggiatori-consumatori, nuove tendenze di acquisto
Un altro aspetto che mi ha coinvolta fra le riflessioni di Simona Tedesco è stato quello del cambiamento nelle abitudini di consumo delle persone.
Si viaggia di più rispetto ad un tempo, ma soprattutto: il viaggio sta diventando un fattore di scelta e una voce di costo che sta fagocitando altri consumi.
Le persone sono sempre più orientate ad investire nei viaggi e meno verso l’acquisto di oggetti materiali. Una filosofia che mi sento di abbracciare completamente.
Ne parlavo qualche tempo fa raccontandovi alcune considerazioni sui primi sei mesi di blog. Viaggiare per me, per noi, è una scelta. Una scelta che ha priorità su molte altre: svago infrasettimanale, abbigliamento, accessori high-tech, etc.
Spesso cogliamo espressioni sorprese quando raccontiamo del nostro ultimo (o prossimo) viaggio lungo raggio. Sguardi che sottendono considerazioni economiche sul come ci si riesca a permettere di andare in Nepal, o in Vietnam.
Ma, esplicitando ciò che spesso non dico perché la domanda non arriva direttamente, non sono viaggi economicamente inarrivabili. Dipende sempre come si sceglie di impiegare il proprio denaro, durante tutto il resto dell’anno.
Nel tempo, l’idea di possedere meno per andare più lontano o per realizzare il desiderio di visitare un certo luogo ha assunto una grande importanza nella nostra vita. E il senso di ricchezza che deriva da questi viaggi per noi è superiore al possesso di qualsiasi oggetto.
Probabilmente è stato anche grazie ad alcuni di essi, grazie alla modestia delle persone che abbiamo conosciuto in Vietnam, alla generosità dei nostri ospiti nepalesi, all’ospitalità genuina che abbiamo trovato in Sicilia, che abbiamo deciso di cambiare certe cose nel nostro modo di vivere.
La valigia cambia insieme a noi
Una nota finale sul come sta cambiando il modo di fare la valigia, altro argomento che mi trova molto in linea con Simona Tedesco, che ne ha parlato in chiusura del suo intervento.
Come facciamo la valigia oggi?
Nella misura in cui cambiano i nostri viaggi, si trasforma anche il nostro bagaglio.
Forse oggi ci stiamo accorgendo che anche l’abbigliamento e gli accessori che ci accompagnano in viaggio necessitano di una “revisione”. Non me ne vogliano le fashion blogger o le più attente al look, ma condivido la visione espressa da Simona Tedesco: di articoli su cosa mettere in valigia e come abbinare i vestiti… ce ne sono ormai abbastanza.
Anche io nel tempo ho cambiato modo di fare la valigia e di preparare il bagaglio a mano. Una delle mie maggiori preoccupazioni nel fare i bagagli non è più far stare un altro paio di sandali o una borsetta “per la sera”, quanto quella di portare con me ciò che realmente mi servirà in viaggio.
Qualche esempio? Scarpe adatte per un’escursione in montagna, abbigliamento comodo per fronteggiare il caldo di un monsone asiatico, un laccio per le scarpe per mettere a stendere la biancheria sul terrazzo (suggerimento apprezzatissimo di una lettrice che ha commentato il mio articolo sulle dieci cose insolite da mettere in valigia!).
Tutto il resto è zavorra.
Mi piace l’idea di scegliere di partire più leggeri. Con meno oggetti, meno preoccupazioni e minore attaccamento alle nostre abitudini. La nostra mente sarà più aperta.
In conclusione
Ci sarebbero stati molti altri spunti da approfondire, ma… per un’economia delle parole e del vostro tempo preferisco fermarmi qui. Se vi va, mi piacerebbe sapere che ne pensate.
Come sta cambiando il viaggio per voi?
8 commenti
Concordo con te, fino a qualche anno fa partire “con poco” sembrava un po’ da zoticoni, se in vacanza non si avevano almeno tre vestiti “per la sera” si rischiava di passare per quelli poveretti e mal vestiti. Per fortuna – e con un po’ di buona volontà – le cose stanno cambiando. Se ripenso alle mie valigie di qualche anno fa… ?
Ma che bello il Festival del Viaggiatore! Non so altrove (ma penso di sì), comunque qui in Australia i corsi di turismo prevedono anche l’apposita unità dedicata alla sostenibilità… Per dire, il turismo cambia eccome. E meno male! Quanto al bagaglio sono al 100% del team #NoZavorre, finalmente si sta iniziando a capire che muoversi solo con l’essenziale non è sciatteria ma sintomo di un pensare più profondo 🙂
Avevo sentito parlare del festival del viaggiatore di Asolo, ma non sono riuscita a partecipare.
Mi dispiace perchè da quello che ho letto qui ci sono stati interventi anche interessanti. Appoggio quello che dice Simona Tedesco sia riguardo la sostenibilità sia riguardo il diverso modo di viaggiare. Sono due punti in cui io mi rivedo: più consapevolezza dell’impatto del viaggio sul territorio locale e sulla sua economia, e più attenzione al bagaglio. La mia valigia si è alleggerita nel tempo e cerco anch’io di portare meno cose ma più utili.
Grazie Antonella 🙂
Credo che partire con un po’ di consapevolezza in più sia un modo per vivere in modo diverso anche il viaggio.
Magari riuscirle a fare le foto fashion… ? Ogni volta è un dramma con le foto, figuriamoci se dovessi anche mettermi in posa per i social! Bene che vada vengo ogni volta con gli occhi chiusi!
Anche per me viaggiare è una scelta, preferisco viaggiare piuttosto che spendere i soldi in cose materiali che poi in realtà, nel lungo termine, lasciano ben poco. Bel post!
Molto interessanti queste osservazioni. Mi piace particolarmente l’idea che le persone stiano cercando un viaggio “sostenibile” e che non sia più puro divertimento. Un modo di viaggiare che rende più consapevoli anche di dove si sta andando, quante volte ho sentito di gente che parte senza minimamente consocere un pò di storia e di cultura del Paese che sta per visitare! Ho seguito il tuo itinerario in Nepal e mi è piaciuto molto l’approccio con le persone da ospiti e amici per imparare e condividere e non solo per vedere
Investiamo in viaggi da più di vent’anni. Di oggetti inutili già ne regalano in quantità, figuriamoci se dovessimo comprarli anche. Completamente d’accordo sulla valigia “utile”, piuttosto della zavorra. Della borsetta da sera non me ne faccio granché, non sono influencer, sono una viaggiatrice. Non mi servono foto fashion sotto la torre eiffel, voglio esperienze, emozioni, voglio imparare dialetti e scoprire culture.