Docuserie e serie TV: per chi ama viaggiare ogni spunto è buono
A volte basta un documentario o la puntata di una serie TV: per chi ama viaggiare ogni scusa è buona per trovare nuove destinazioni da mettere nella propria lista dei posti da vedere.
Se non vi bastano gli articoli dedicati ai libri di viaggio perché la vostra voglia di scoprire posti nuovi non è mai sazia, fermatevi a leggere questo articolo. Io e Silvia, autrice del blog The Food Traveler, in queste settimane abbiamo creato una piccola rassegna di serie TV che ci hanno ispirato per visitare nuove destinazioni, per la loro ambientazione, i luoghi e… i magnifici piatti che raccontano.
“Street Food Asia”: per gli amanti dei padelloni che sfrigolano
“Street Food Asia” è una delle prime docuserie che mi vengono in mente quando si parla di viaggi. È una serie-documentario del 2019 che potete trovare su Netflix e vi porta alla scoperta del migliore street food d’Asia, cucinato da chef famosi e premiati.
Parlando di street food naturalmente questo programma non poteva che iniziare dalla capitale delle bancarelle e del cibo di strada: Bangkok.
La prima puntata è infatti dedicata a Jay Fai, chef thailandese conosciuta in tutto il continente asiatico, premiata nel 2017 con una stella Michelin per le sue famose omelette al granchio. Anche dopo il successo e la notorietà derivate da questo premio però, anziché aprire un locale di super lusso, Jay Fai continua a lavorare alacremente nel suo ristorante su strada a Bankgok, così come gli altri chef intervistati in questi brevi documentari.
Gli appassionati di cucina orientale probabilmente mi capiranno quando dico che per me guardare “Street Food Asia” e desiderare di partire è stato un tutt’uno: quando vedi certi manicaretti sfrigolare in padelloni enormi e fumanti, cominci a provare appetito a qualsiasi ora del giorno e non vedresti l’ora di strafogarti di noodles, dal chaat e okonomiyaki.
Questa serie TV è perfetta per chi ama viaggiare perché oltre al tema della cucina sono molto interessanti gli scorci di città che si intravedono nei 30 minuti delle puntate, ambientate a Bankgok, Osaka, Ho Chi Minh e Singapore, solo per citarne alcune.
Ogni episodio è un buono spunto di ispirazione per nuove mete da aggiungere la propria bucket list. O magari anche per comprare un biglietto aereo per la Thailandia, come avevamo fatto noi poco tempo fa. Per ora abbiamo dovuto parcheggiare il viaggio, ma speriamo arrivino tempi migliori sia per andare a Bangkok sia per un giretto ad Osaka, con la scusa di provare gli okonomiaki e andare a trovare il nostro amico giapponese.
“No Reservations”: per viaggiatori schietti e irriverenti
Perennemente divisa fra l’amore per l’Asia e quello per l’Italia, ho scelto per voi questa docuserie perché è stato anche grazie ad essa che abbiamo deciso di andare a Napoli lo scorso autunno.
Si tratta di una delle famose serie di documentari realizzati fra il 2005 e il 2012 dall’irriverente chef e viaggiatore Anthony Bourdain, purtroppo tristemente scomparso qualche tempo fa.
Fra le varie serie televisive firmate da Bourdain, “No Reservations” è quella che mi è piaciuta di più perché l’autore non racconta solo le sue avventure gastronomiche in giro per il mondo, ma realizza degli interessanti reportage sui luoghi da lui visitati, toccando argomenti a carattere storico, politico e sociale. Senza tanti filtri, con la schiettezza per cui lo chef era famoso. Una serie TV che chi ama viaggiare apprezzerà anche per questo aspetto.
Fra le puntate che vi segnalo c’è appunto quella girata a Napoli, che stimolerà le vostre ghiandole salivali fra le magie della pizza napoletana, pasta, pesce e ogni ben di Dio (se siete curiosi di vederla, la trovate su YouTube). Se non avete mai visitato Napoli, dopo questa puntata vorrete partire anche voi immediatamente per tuffarvi in una pentola di ragù appena fatto e fare la scarpetta con il pane.
Bourdain era un “bon viveur” e ha viaggiato veramente in tutto il mondo per girare questa serie. Fra le tante puntate ovviamente vi consiglio anche quelle sulla cucina vietnamita, a cui sono dedicati ben tre episodi. Quello intitolato “There’s No Place Like Home” è in parte ambientato nella stupenda città di Hoi An, il cui mercato centrale è famoso per le sue specialità culinarie. Noi l’abbiamo vista parecchio tempo prima del nostro viaggio in Vietnam e ancora non sapevamo che proprio là avremmo mangiato alcuni dei piatti più buoni della cucina vietnamita, il Cao lầu: una zuppa di noodles speciali di Hoi An, con fettine di maiale, salsa speziata, aglio e verdure fresche. Noi però non l’abbiamo mangiata a colazione come Bourdain… 😅 non abbiamo avuto il coraggio.
Al momento la serie non è più disponibile su Netflix, ma googolando un po’ è facile trovare una buona parte di puntate in streaming. Se vi incuriosisce la cucina vietnamita, date un’occhiata anche alla puntata “Vietnam Central Highlands”, per un viaggio gastronomico fra il prelibato… e l’orrido.
Sempre in tema di cucina, Silvia The Food Traveller ci consiglia un’altra serie TV dedicata a chi ama viaggiare.
“Chef’s Table”: per conoscere il mondo attraverso i sapori
Viaggiare per me non significa solo vedere posti nuovi, ma soprattutto conoscere un paese attraverso i suoi sapori. Non si viaggia esclusivamente passando nella piazza principale di una città, ma anche attraverso la cucina.
In questi giorni di astinenza da partenze, ho scoperto una serie di Netflix per esplorare il mondo attraverso i sapori: “Chef’s Table”. Non è recentissima, ma ha il merito di far conoscere alcuni chef raccontando le loro storie e mostrando i luoghi dove lavorano attraverso un punto di vista personalissimo che permette di conoscere tanti angoli di mondo.
In alcuni casi si tratta di chef molto noti, come Dan Barber, executive chef del Blue Hill di New York. Il documentario si concentra sul suo progetto di Stone Barns, mostrando la campagna da sogno di Westchester County.
Tra i protagonisti dello show c’è l’italiano Dario Cecchini, titolare di una macelleria a Panzano in Chianti. Una famiglia di macellai che da otto generazioni gestisce una bottega in un borgo toscano di cui non avevo mai sentito parlare. Oltre alla macelleria, Dario Cecchini ha aperto una cucina, l’Officina della Bistecca, dove è possibile provare bistecche, brasati, costate, salumi. La definisce una “cucina conviviale”, dove ognuno può mangiare quello che vuole, sentendosi libero di portare il vino da casa.
La puntata che mi ha colpita maggiormente è stata quella dedicata ad Ana Roš. Innanzitutto perché è una storia che dimostra che i sogni a volte si avverano, nonostante tutto. Ana è una giovane donna che diventa chef un po’ per caso, dopo aver cenato per la prima volta da Hiša Franko, un ristorante a gestione familiare a Kobarid (più nota con il nome di Caporetto), nell’entroterra sloveno. Da quel momento cambia i suoi progetti professionali per imparare a cucinare. È una autodidatta, sicuramente con una dose non indifferente di talento naturale, perché nel giro di qualche anno Hiša Franko entra nella lista dei cinquanta migliori ristoranti al mondo. La carta vincente di Ana è essenzialmente una: investire su tutto quello che è locale, dai produttori, agli ingredienti, alle ricette. Tutto arriva dalla zona attorno a Kobarid, fatta di montagne e campi. Un territorio ostile, difficile e poco conosciuto, al punto che mai lo avrei preso in considerazione prima di aver visto il documentario.
Chef’s Table è una fonte di ispirazione culinaria ma soprattutto di viaggio: storie, persone e luoghi meno noti che torneremo presto a visitare, non solo attraverso lo schermo.
I parchi americani: per assecondare la voglia di natura e spazi aperti
Cambiamo completamente argomento e voliamo verso gli Stati Uniti, una meta che non abbiamo ancora visitato ma è entrata nella nostra lista dopo alcuni documentari, senza nemmeno chiedere permesso.
Anche se gli Stati Uniti non sono mai stati in cima alla lista dei nostri desideri di viaggio, i documentari di cui sto per parlarvi ci hanno fatto riconsiderare un po’ questa destinazione finora un po’ sottovalutata da parte nostra.
La prima serie TV che vi consiglio di guardare si intitola “I grandi parchi americani” ed è una serie di documentari veri e propri in cui ogni puntata è dedicata ad uno dei parchi, dallo Yellowstone a Yosemite, passando per le Great Smoky Mountains e il Grand Canyion. Attualmente questa serie è disponibile su Sky.
L’altro documentario che vi suggerisco è “Natural Parks Adventure”, un film narrato da Robert Redford che vi porta alla scoperta della natura e dei siti storici dei parchi nel loro insieme.
È disponibile su Netflix e a me è piaciuto tanto, con le sue inquadrature spettacolari e la voce pacata di Redford.
Ho trovato entrambi questi programmi molto evocativi, un bel momento di svago per concedersi di sognare a fine giornata e immergersi in una natura sconfinata e selvaggia.
Se un giorno avremo la possibilità di pensare ad un viaggio “grande”, uno di quelli da fare “una volta nella vita”, mi piacerebbe molto visitare lo Yellowstone, Yosemite e l’Olympic, tanto per sceglierne tre dei 61 (dico, 61!) parchi degli USA.
Passando ad un altro genere ancora, Silvia del blog The Food Traveler ci consiglia un’altra serie TV su Netflix per partire verso nord.
“Omicidi a Sandhamn”: isole da sogno al largo di Stoccolma
Viaggi e assassini: qual è il nesso? La scrittrice di gialli Viveca Sten e la serie televisiva ispirata alle sue trame. “Omicidi a Sandhamn”, prodotta dall’emittente svedese TV4 in sei stagioni e trasmessa in Italia da Amazon, è stata per me una fonte di ispirazione. Non per far fuori il vicino che ha rubato le reti da pesca o la postina che invece di consegnare la posta ha preso l’abitudine di far sparire tutta la corrispondenza del villaggio, ma per organizzare un viaggio non appena sarà possibile e ricominciare a programmare partenze e itinerari.
A differenza di altre serie televisive, “Omicidi a Sandhamn” non è ambientato in un posto fittizio. Sandhamn – che in svedese significa “porto di sabbia” – è infatti un villaggio di un centinaio di abitanti situato sull’isola di Sandön, nell’arcipelago di Stoccolma. Tantissime isolette che si possono raggiungere in battello dalla capitale svedese, e dove mi piacerebbe trascorrere qualche giorno verso la fine dell’estate. Spiagge di sabbia, piccoli porti con le imbarcazioni dei velisti e dei pescatori, vicoli di ghiaia, case di legno dipinte di rosso o di giallo, scogliere ricoperte di erica a picco sul mare, vecchi fari ancora funzionanti.
Ci sono pochi alberghi, il Värdshus, con sei stanze in tutto, arredate in stile marinaresco e con vista sulla marina. Poco distante (tutto si raggiunge a piedi sull’isola) si trova il Sands Hotell, più elegante e raffinato del precedente e dotato di sauna e SPA. Ci sono anche diverse opzioni per affittare una casa, tra cui un piccolo cottage dipinto di rosso con tanto di patio e sauna.
Per quanto riguarda il cibo, il Värdshus ha anche un ristorante, così come il Sands Hotell. C’è un pub, il Dykarbaren, dove prendere un aperitivo in riva al mare, oppure il Pentaboden, per assaggiare le ostriche accompagnate da un cocktail. Poi il Café Strindbergsgården, con i tavolini di legno uno diverso dall’altro nel giardino, dove Nora, la protagonista della serie, fa spesso colazione.
Non manca un piccolo negozio di alimentari con edicola e vendita di alcolici, una farmacia, un negozio di abbigliamento e ovviamente di articoli per la pesca. Ovviamente c’è anche la panetteria, la Sandhamns Bageriet, dove comprare pane, panini e kanelbullar. In estate, alcune sere tra i tavolini della caffetteria si esibiscono alcuni musicisti locali.
L’ideale per me, per una settimana da dedicare al riposo, alle camminate, al cibo… ma speriamo non agli omicidi!
Concludiamo il nostro breve giro virtuale intorno al mondo con qualche idea nuova per le serate da trascorrere sul divano.
Voi avete qualche altra interessante serie TV da consigliarmi?
Buona visione! 📽
12 commenti
Grazie Margherita, mi fa molto piacere che ti sia piaciuto 🙂
Ma questo articolo è carinissimo! poi, soprattutto noi che amiamo i gialli, ci fionderemo sulla serie ambientata a Stoccolma..e magari ci lasciamo ispirare per un viaggetto! 😉
Grazie Serena, spero che queste serie ti piacciano! Fammi sapere se ti sono di ispirazione per nuovi posti da esplorare 🙂
Oh menomale! Con questa lista mi apri un mondo nuovo! Ero quasi a secco di serie tv visto il periodo casalingo, ma ora ho tante belle cose da vedere e soprattutto che mi faranno sentire in viaggio! Grazie
Grazie Elena, gentilissima!
Sono contenta che l’articolo ti sia piaciuto 🙂 fammi sapere come va con le serie poi!
Uno degli articoli più interessanti ed ispiratori letti in questo periodo! Brave! Di Viveca Sten ho letto i libri, ma non sapevo ci fosse la serie: ottimo, so cosa fare domani! 🙂
Ciao Francy 😂
A volte l’ispirazione si trova nei luoghi più inconsueti… ma del resto è bello per questo!
Mi fa piacere che ti sia piaciuta Sara! Queste serie secondo me sono davvero interessanti (e la mia lista di destinazioni non fa che allungarsi…)
Bella questa idea dei viaggi ispirati dalle serie, anche se forse andare nei luoghi in cui sono stati girati gialli e omicidi mi mette un po’ di inquietudine 🙂 !
No vabbè ma adoro questa classifica! Credo che me le cercherò tutte da oggi pomeriggio, geniale!
Ciao Silvia, grazie a te per avermi aiutata a scrivere questo post!
Io il libro di Bourdain non l’ho ancora letto, ora che mi ci fai pensare 🤔!
Credo che come prossima serie in tema food io proseguirò con Chef’s table, già ci pensavo e mi sono convinta quando mi hai inviato le tue serie TV. Pensa che Kobarid non è molto lontana da dove abito io e Hiša Franko non lo conoscevo proprio!
Mi hai dato alcune idee per questo weekend, a partire da No Reservations che avevo visto solo in parte qualche tempo fa dopo aver letto il libro di Bourdain.
Mi ispira molto Street Food Asia, che non conoscevo. Sai che non sapevo della stella Michelin assegnata a una chef che fa street food? Trovo molto bello il fatto che abbia deciso di continuare su questa strada anziché aprire un ristorante vero e proprio.
Grazie per avermi ospitata 😘