Dalle notizie ai social network, da Facebook a LinkedIn, gli aggiornamenti e i post sul Coronavirus si susseguono e si sprecano.
Il virus sta intaccando le nostre vite ovunque: nei luoghi dedicati allo svago e alla professionalità, sia offline che online.
A chi si occupa di comunicazione si pongono (o dovrebbero porsi) delle domande, che riguardano anche l’etica di tutta questa comunicazione.
E non importa che si stia parlando di viaggi, mission aziendali o ricette, il tema riguarda tutti noi.
In questo momento di emergenza globale, il fatto di avere un profilo professionale e pubblico che ha a chetare con la comunicazione mi porta a farmi delle domande.
Mi chiedo dove inizia l’informazione e dove invece questa (s)cada nel sensazionalismo e di conseguenza nella paura.
Qual è il ruolo che dobbiamo assumere come comunicatori?
Mentre tutti bene o male rincorriamo i telegiornali e gli aggiornamenti, le esistenze “normali” sembrano sospese.
Anche nella mia regione, il Friuli Venezia-Giulia, scuole, manifestazioni pubbliche e assembramenti collettivi sono stati sospesi con un’ordinanza arrivata ieri sera alle 19.38.
E in questo momento, anche le attività online sembrano necessitare di un momento di attesa.
Banalmente, post programmati sui social, calendari editoriali e newsletter sono stati sconvolti a vari livelli da questi avvenimenti. Anche le mie.
In questi giorni infatti stavo preparando un approfondimento sul Museo Revoltella di Trieste.
Ma ha senso parlare di musei quando c’è un’ordinanza che ne sospende l’apertura?
Lo show deve andare avanti ugualmente?
Forse no.
Ho deciso quindi di parcheggiare l’articolo in bozza e scrivere invece questa riflessione, spinta da una necessità etica e molto infastidita da certi post che ho letto online, anche da parte di alcuni/e blogger (leggi: sproloqui senza senso e markette a mio parere fuori luogo).
Questa fase di sospensione e attesa indubbiamente spiazza un po’ tutti.
Tant’è che, mentre le notizie si accavallano, molti cominciano a passare dalla preoccupazione al panico, saccheggiando supermercati e farmacie di tutti i loro disinfettanti.
Alimentato da titoli da assalto che riempiono telegiornali e siti web di scenari apocalittici pur di fare notizia, ciò che mi sta spaventando di più in questo momento forse non è il Coronavirus, ma il contagio della paura.
Ci sentiamo confusi, impreparati.
Nei gruppi di viaggio su Facebook ci si confronta, si fanno domande, ci si chiede l’un l’altro: “Chi di voi è in partenza nei prossimi giorni? Cosa fate?”
I biglietti aerei tanto desiderati (e già pagati) sembrano stare lì in stand-by, in attesa di sapere cosa succederà negli aeroporti e se gli aerei partiranno, con una sequela interminabile di dubbi. Partire lo stesso o non partire?
Non lo so sinceramente. Per chi ha una prenotazione in mano in questi giorni è difficile capire.
A mio parere, la sola cosa ragionevole da fare è tenersi informati sulle fonti ufficiali e attendere gli sviluppi della situazione.
Le autorità prenderanno le misure preventive che ritengono necessarie. Non sta a noi giudicare in modo lapidario se sono giuste o sbagliate. Non abbiamo gli strumenti appropriati per farlo.
Bisogna prenderle per quelle che sono.
A livello internazionale, gli stati esteri, le compagnie aeree e le autorità locali decideranno se continuare a far partire i passeggeri e farli entrare nei loro paesi o no, e in che modo.
Alcune fonti che potete consultare:
- La Farnesina e il sito Viaggiare Sicuri, in cui sono disponibili gli aggiornamenti a livello internazionale sulla situazione: http://www.viaggiaresicuri.it/aggiornamenti
- Il sito del Ministero della Salute, in cui sono state pubblicate anche le linee guida generali su come prevenire le infezioni: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus
- Le ordinanze regionali, sui siti ufficiali delle varie regioni.
Questo è il sito del Friuli-Venezia Giulia con tutte le ultime notizie: http://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/homepage.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/notiziedallagiunta/ - I siti di aeroporti e compagnie aeree, che sono costantemente aggiornati (anche sui social network) per comunicare lo stato dei voli nazionali e internazionali.
Noi oggi siamo andati a ritirare il passaporto appena richiesto e attenderemo. Senza allarmismi e senza emergenze.
Rivedrò il mio calendario editoriale, riscriverò la newsletter di marzo (che era già bella pronta, sigh!) e penserò a quali possano essere i contenuti più consoni in questo momento.
Se vuoi riceverla anche tu, puoi iscriverti qui. Arriverà domenica 1 marzo, in una veste nuova nuova.
A presto dunque.
Prossimamente parleremo di consigli per scegliere fra le migliori guide turistiche cartacee, libri che fanno viaggiare e gite all’aperto.
3 commenti
Per me ha senso perché mi aiuta a superare questo momento e aiuta chi mi legge (che è dotato di libero arbitrio: quindi può scegliere se leggere il blog o no) a pensare che andrà tutto bene. Gli esseri umani hanno sempre bisogno di speranza.
Ciao Lucia,
eh anche io ne so qualcosa di viaggi rinviati. Però in fin dei conti è andata meglio così, altrimenti ora sarei bloccata a 5 ore di fuso orario senza sapere come tornare a casa… Speriamo che questo periodo passi molto in fretta.
È vero, bisogna informarsi da fonti ufficiali su come muoversi e rivedere un po’ i piani editoriale. Purtroppo io ho dovuto rinviare il viaggio in Slovenia, speriamo bene! Restiamo uniti e aspettiamo passi questo brutto periodo.