#collaborazioniancheno: un dramma comune fra le travel blogger
È da tempo che meditavo una lunga tirata sulle richieste di collaborazione come travel blogger che ho collezionato da quando il mio blog ha cominciato a crescere.
E il La definitivo è suonato in questi giorni grazie alla community delle Travel Blogger Italiane e alla sua fondatrice, Paola Bertoni, con cui nelle ultime settimane ci siamo deliziate della nostra crescente notorietà, visto il gran numero di richieste ricevute nell’ultimo periodo. E che abbiamo raggruppato sotto l’hashtag #collaborazioniancheno.
Cliché sui blogger di viaggi e… il lato oscuro della forza
Chi non conosce bene l’ambiente dei blogger di viaggi e si limita a leggerli, potrebbe farsi l’idea che essere travel blogger sia fantastico e significhi nell’ordine:
- Viaggi pagati (da altri)
- Visite gratuite in città e musei da sballo
- Hotel a 6 stelle che ti chiamano perché tu alloggi proprio da loro, ti faccia fotografare superfiga nella loro SPA e ne parli online dopo essere stata servita da camerieri in livrea di velluto
- Enti del turismo che ti pregano di diventare ambassador e di promuovere il loro territorio
- Brand di altissimo livello che ti contattano per dare visibilità al loro prodotto perché… adorano come scrivi!
Ma la realtà è che… c’è poco da stare allegri.
I blogger di viaggi che viaggiano e vivono del loro blog al 100% sono pochissimi, e hanno lavorato sodo per riuscirci.
Fra i travel blogger “normali” (come me) dilagano richieste strampalate (e copia/incolla) da agenzie in incognito, offerte di affiliazioni improbabili e richieste di recensioni su servizi mai provati né sentiti nominare. Oltre all’intramontabile cavallo di battaglia: scrivere-contenuti-a-gratis-in-cambio-di-visibilità.
Non stupisce quindi che nelle nostre community online scatti la tragicomica competizione alla richiesta più assurda e la conta “Celo! Celo! Celo! Manca!”
E quindi eccomi qua: ho raccolto per voi un estratto dalla mia collezione di richieste di collaborazione-barzelletta, un po’ per sfatare alcuni luoghi comuni sui blogger di viaggi e un po’ (tanto) anche per sdrammatizzare. Queste storie sono tutte storie vere e verissime. Lascio a voi tirare le conclusioni nei commenti in fondo al post.
Richieste di collaborazione farlocche: la mia collezione
Il guest post anonimo (e il famoso funnel marketing ‘ndo cojo cojo)
Iniziamo dalla richiesta di collaborazione più recente: sono ancora indecisa se buttarla sul ridere o mettermi le mani nei capelli. Nel dubbio, lascio a voi il compito di deliziarvi con le testuali parole.
Salve,
la presente per chiederle la possibilità di pubblicare guest post sul suo sito, e qualora avesse altri siti web gestiti su tutti i portali del suo network.Inoltre sarei interessata all’eventualità in cui il suo sito accetti tematiche come trading e gambling.
Sarebbe così gentile da scrivermi i costi per pubblicazioni di guest post su argomenti in linea al suo piano editoriale e non?La ringrazio e saluto cordialmente.
(Email da [nome][secondonome]@gmail.com che mi contatta inviandomi una mail in CCN.)
Tralasciando il fatto di essere finita in copia nascosta in una richiesta inviata in massa a molti altri colleghi blogger (di viaggi o meno, non è dato sapere), la mittente non chiarisce in base a cosa abbia scelto di contattare proprio il mio sito e, dulcis in fundo, non si firma. 🙄
ℹ️ Cos’è un guest post
Giusto per chiarire, se non siete fra gli addetti ai lavori: l’attività di guest posting fra siti è una strategia che aziende e blogger possono concordare per aumentare l’autorevolezza del proprio sito. In due parole significa che un blog può ospitare un articolo scritto da un altro blogger o da un’azienda inserendo un backlink al sito dell’autore/azienda.
Questo genere di collaborazioni è piuttosto diffuso e non c’è nulla di male nel proporsi, ma la conditio sine qua non per farlo è che ci sia coerenza fra l’argomento del blog ospitante e l’articolo ospitato.
La cooperazione vantaggiosa (detta anche la marketta a caso)
Dopo la richiesta di guest posting, passiamo alle richieste di inserimento pubblicità.
ℹ️ Due parole sulla pubblicità sui siti
Una delle strategie per rendere redditizio un blog (di viaggi e non) è inserire dei banner pubblicitari sul proprio sito, attraverso i quali il blogger può guadagnare una piccola percentuale se il lettore clicca e/o acquista il prodotto o servizio del banner.
O, al contrario, si può decidere di acquistare spazi pubblicitari su altri siti web per farsi conoscere, veicolare traffico al proprio sito, o vendere prodotti/servizi propri.
In entrambi i casi però magari ci dovrebbe essere coerenza fra il prodotto pubblicizzato e l’argomento del blog.
Ebbene, a quanto pare non sono della stessa idea i mittenti di questa email che, dopo avermi inserita in una lista di iscritti alla loro newsletter (alla faccia della privacy), mi propongono di inserire un mio banner pubblicitario sul loro sito e di pubblicare un articolo sul mondo del lavoro citandoli con gli autori.
Vi invito a soffermarvi su che tipo di sito mi ha contattata. Coerenza, dicevamo, no?
Salve, [iniziamo bene]
Il mio nome è XXX e rappresento la società YYY, un sito web di ricerca lavoro in Italia.
Vorremmo proporle una cooperazione vantaggiosa. Da parte nostra siamo pronti ad offrire:– Posizionamento del banner pubblicitario 300×500, che verrà targetizzato con parole chiave. I visitatori, facendo clic sul banner verranno reindirizzati verso il suo sito web
– Posizionamento di un articolo su un suo servizio, evento, etc.
In cambio, ci aspettiamo che Lei inserisca il nostro link su una delle pagine del suo sito web.
Inoltre le consigliamo di inserire uno degli articoli sul suo sito web indicandoci come fonte:– “Nuovi scenari nel mercato del lavoro post-pandemia”
– “Come cambieranno le figure professionali nel 2021”Grazie in anticipo. Aspetterò la sua risposta!
(Richiesta da un sito di ricerca lavoro. NDA: ho parafrasato i titoli)
L’innominato (l’agenzia in incognito)
Come non menzionare poi le richieste di agenzie di marketing in incognito che mi hanno contattata per sapere quanto chiedo per pubblicare un guest post sul mio blog.
Spoiler: sul mio blog di viaggi non pubblico guest post sponsorizzati scritti da altri. Nemmeno a pagamento.
Gentile proprietario del sito www.elimeli.it, sono [nome e cognome] e mi occupo di ricercare per l’agenzia [tipo-di-agenzia-senza-nome] diversi siti dove poter pubblicare guest post per i miei clienti.
Sono rimasto piacevolmente colpito dalle metriche del suo sito e vorrei sapere il prezzo per la pubblicazione di un articolo scritto da noi.
(NDA: ho omesso alcune parti della mail).
Apprezzo che questa richiesta di collaborazione sia stata firmata almeno con nome e cognome (forse mettere la ragione sociale sembrava eccessivo), ma… “Ricercare diversi siti”, “i miei clienti”, “metriche”…
Si potrebbe ricominciare dalle 5W (Chi, cosa, come, dove e quando, in italiano), le insegnano a scuola molto prima del marketing.
L’adulatore, la recensione e l’offertona a tempo limitato
Di complimento in complimento, passiamo alla categoria di richieste di collaborazione che più mi fanno rabbrividire, quelle degli adulatori che ti concedono di collaborare con loro, ma per un periodo di tempo limitato. E al contempo ti chiedono di recensire un prodotto/servizio che non hai mai provato.
Ciao, sono [nome] di [sitoweb] 🙂
Le scrivo in riferimento al tuo blog Elimeli
Dopo aver letto diversi blog di viaggi devo dirti che mi è piaciuto il tuo. Specialmente quando parli su Napoli.Complimenti! 😉Voglio proporti qualcosa! Attualmente stiamo promuovendo il turismo attivo In Italia, particolarmente in Napoli, attraverso lo sport. Per questo ti scrivo e vorrei proporti se puoi fare una piccola recensione su di noi.
Sarebbe interessante per i tuoi lettori conoscere le diverse offerte del mercato. Perché dici cosa vedere, dove dormire, ecc. ma non quali attività si possono fare, e questo sarebbe un’informazione utile per i tuoi lettori
E anche noi ti aiuteremo facendo una recensione su di te! Possiamo dire ai nostri followers che sei un blog perfetto di viaggi! (Anche perché questo è vero!, a me questo blog mi è piaciuto molto) ☺☺
Ma deve essere questa settimana, perché solo questa settimana è quando aiutiamo a promuovere altri blog!! ⏰
Puoi fare la recensione su di noi sul tuo blog e noi di te sui nostri social network (10K!) 🔥🔥
Cosa ne pensi? Vuoi che ci aiutiamo?Attendo la tua risposta 👍👍
Un abbraccio
Note a piè pagina:
- Emoji, errori ortografici e di battitura non sono miei.
- Sono stata a Napoli 6 mesi prima e ho visitato soprattutto musei.
- Fra le attività che avrei potuto scegliere di recensire c’erano: volo in mongolfiera, battesimo sommerso, paintball (eh?! 🤔) e parapendio.
Richiesta-di-recensione-su-un-prodotto-che-non-ho-provato: #nograzie.
Omaggi e affiliazioni improbabili (ma che c’azzecca?)
Anche se non siete del settore forse ormai anche voi saprete che i blogger e gli influencer vengono talvolta ingaggiati dalle aziende per promuovere un prodotto o un servizio offerto da loro.
Personalmente non ci trovo nulla di male (anche perché occupandomi di marketing mi sono trovata più volte dalla parte dell’azienda) e anzi, penso che se c’è un’affinità fra il blogger e il prodotto si possano creare delle collaborazioni interessanti: se ci piace un prodotto o servizio e lo usiamo con piacere, lo consigliamo volentieri anche agli amici, no?
In questo caso non posso condividere con voi le email perché dovrei censurarle troppo per renderle irriconoscibili, ma vi basti sapere che mi hanno contattata aziende che mi proponevano:
- Un omaggio di xxx € per acquistare sul loro sito un prodotto a mia scelta e recensirlo, inserendo 2 backlink a due pagine del loro ecommerce. Peccato che si trattasse di prodotti per l’arredamento esterno. E sarebbe stato sufficiente dare prima un’occhiata al mio profilo LinkedIn per sapere che non avrei potuto scrivere una recensione per un prodotto del genere… visto che lavoro per un ecommerce di arredamento!
- Un programma di affiliazione con un sito di prenotazione camper a noleggio. Ma sarebbe bastato fare un giro veloce sul blog per capire che non ho mai fatto un viaggio in camper in vita mia (né ho intenzione di farlo, al momento). 🤦🏻♀️
- Un’affiliazione per un sito di prenotazione mezzi pubblici online nei Paesi del sud est asiatico: ci avrei anche pensato, peccato per questo piccolo problema di una pandemia mondiale in corso e che la “retribuzione” era in crediti da spendere sul loro sito.
Devo continuare?
Il sito a caccia di contenuti (gratis) e il blogger molesto
Non poteva mancare questo tipo di richiesta nella mia collezione, e anzi, ne ho raccolta più di una nel mio portfolio. Mi spiace solo di averne già cestinate un buon numero, altrimenti avrei preparato una bella combo. Vi riporto due casi iconici:
- Sito di cui non sono noti i nomi degli autori che mi chiede di scrivere degli itinerari di viaggio per loro (gratis naturalmente).
- Blogger di viaggi con cui non ho mai avuto contatti che mi fa mille complimenti per il mio [riempite a piacere: blog di viaggi, profilo Instagram, profilo Pinterest, ecc.] e mi chiede di mettere un: like a un suo post, seguire il suo profilo, acquistare un suo libro su Amazon.
A questi furboni suggerisco una riflessione sulla parola “collaborare”, dal latino “con-” e “laborare” (lavorare) = lavorare insieme.
Lo gnorri, il sostenuto e le non risposte
In chiusura di classifica uno spazio spetta amaramente anche a enti, musei e attività varie nel settore dei viaggi che noi travel blogger talvolta contattiamo per una collaborazione. Un esempio di mail che ho inviato qualche tempo fa ad un museo:
Gent. Sigg.
sono [introduzione e presentazione]Vi contatto perché presto visterò la città XXX e dopo la visita vorrei scrivere un articolo sul mio blog, in cui mi piacerebbe raccontare ai miei lettori delle visite particolari da fare in città.
Mi chiedevo se fosse possibile fare una visita guidata a [museo], che secondo me potrebbe essere uno spunto interessante da abbinare ad un itinerario.
Dovrei essere a XXX il giorno YYY. Credete sia possibile organizzare una visita? [pagandola!].
Ringrazio in anticipo per la risposta e saluto cordialmente.
Il tasto dolente di queste richieste è cosa succede dopo:
- Non si riceve alcuna risposta
- L’ente/azienda risponde con una frase di questo tono 👇🏻
Noi possiamo aiutarla semplicemente con il nostro sito. Come per altri blogger di viaggi passati in città, la scelta di descrivere e vivere la città è stata singolare scaturita da un’esperienza personale nei luoghi visitati.
(Risposta da un ente, nuda e cruda, e non firmata)
Ma gli uffici del turismo dunque a cosa dovrebbero servire se posso leggere tutto online?
Per non parlare di enti e aziende con la tendenza ad ignorare le email anche quando li contattiamo solo per segnalare di averli menzionati in un articolo già pubblicato, senza aver chiesto niente in cambio, solo perché abbiamo apprezzato il loro servizio o prodotto.
Che tristezza.
Siamo seri: 3 cose da sapere sulle collaborazioni con i blogger di viaggi
- I travel blogger fanno networking: quando ricevono richieste di collaborazione strane o poco chiare, condividono fra loro le informazioni.
- Le richieste di contenuti gratis (esplicite e non) non sono un buon biglietto da visita: la professionalità si paga, in ogni ambito. O quantomeno una collaborazione deve portare dei benefici a entrambe le parti.
- Non tutti i blogger di viaggi vogliono guadagnare a tutti i costi dal proprio blog e sono disposti a pubblicare qualsiasi cosa pur di farsi pagare.
3 motivi per cui collaborare con un blogger di viaggi
Collaborare con i travel blogger porta a aziende e enti molti benefici:
- Un travel blogger ama viaggiare sopra ogni cosa e ciò che lo differenzia è che sa (e ama) raccontare. Quindi se parlerà di voi, lo farà al meglio.
- Per i lettori un blog di viaggi è più credibile rispetto ad altri canali (es. pubblicità a pagamento).
- Un travel blogger di qualità prende sul serio quello che fa e studia tanto (SEO, link building, social media managing, fotografia, podcasting, montaggio video, e molto altro).
Il discorso sarebbe molto più ampio: potremmo per esempio parlare di aspetti legati alle strategie di marketing e alla qualità dei contenuti che può scrivere un blogger di viaggi. Ma magari approfondirò questi argomenti in un altro post.
Cosa si aspetta un blogger di viaggi per iniziare una collaborazione
Prima di contattare un travel blogger per proporre una collaborazione, sappiate che il minimo che si aspetta è:
- Informazioni chiare del mittente: nome, cognome, azienda
- Una mail personalizzata e attinente con il proprio blog (non una email copia e incolla).
- Una proposta di collaborazione win-win e trasparenza: le richieste chiare e oneste le apprezziamo tutti, no?
In conclusione, fra un sorriso e una battuta sarcastica spero che quello che volevo trasmettere con questo post sia arrivato dritto al punto.
Come travel blogger apprezzo molto la possibilità di entrare in contatto con aziende e enti, purché dietro le collaborazioni ci sia la voglia di lavorare in modo professionale e di produrre contenuti utili per i lettori. Questo secondo me conta più di ogni altra cosa.
Se volete raccontarmi la vostra esperienza, qui sotto c’è spazio per i vostri commenti.
6 commenti
Grazie Mimì per il tuo commento. Anche in me il funnel ‘ndo cojo cojo strappa un sorriso amaro… come scrivevo nell’articolo: sarei davvero curiosa di sapere quali sono i risultati di queste non strategie. Peccato che poi queste email arrivino anche a chi è meno esperto e non sa quali possono essere le nefaste conseguenze di accordi stretti a casaccio. Questo è l’aspetto che mi turba di più!
😅 Speriamo, Elisa!
Comunque di positivo c’è che questa parentesi tragicomica sta tirando fuori nuova energia creativa in me… #staytuned
No beh in effetti hai ragione Paola, la prima, fra tante almeno contemplava l’idea di un compenso 😅. Ma se devo dire la verità, anche se il binomio “blog di viaggi + trading” rimane per me un’accoppiata oscura, mi intristiscono di più le non risposte o la reticenza degli enti che solo a sentire la parola “blogger” se la danno a gambe. Un peccato per loro, più che per noi!
Ciao Elisa. Molte di queste E mail, come ho avuto modo di dire nel gruppo che frequentiamo (Travel Blogger Italiane), sono arrivate anche a me!
La cosa mi ha fatto sorridere e piangere allo stesso tempo . ” il famoso funnel marketing ‘ndo cojo cojo’ “, è sinonimo di un voler scandagliare e verificare qualcuno che accetti queste condizioni, fra buona fede e mancanza di preparazione!
E la cosa mi appare sempre più forviante e privo di etica!
Il travel blogger, quello vero, cerca di trasformare la sua passione in lavoro, e il lavoro si paga.
Con tutte le considerazioni, annesse e connesse, che ne derivano!
Mimi
Articolo top! Speriamo che arrivi forte e chiaro il messaggio…
Per fortuna non ho ancora ricevuto una risposta del cavolo come quella citata da un ente del turismo, ma sono stata ignorata più volte da enti che invece lavorano con blogger dalle metriche pessime. Qui bisognerebbe aprire una parentesi sul metro di selezione, ma diventerebbe troppo lunga! Le #collaborazioniancheno che citi le ho collezionate tutte, ma la prima devo dire che mi fa quasi tenerezza visto che si è pure offerta di pagarci, cosa non scontata!