Ho deciso di scrivere questo post perché negli ultimi tempi diverse persone mi hanno chiesto “Come si fa a diventare blogger i viaggi e ad aprire un blog?”.
Non nego che la cosa mi ha un po’ sorpresa, considerata la gran quantità di articoli già pubblicati sull’argomento anche da blogger ben più bravi e affermati di me. In questa domanda mi è sembrato di cogliere un atto di fiducia nei miei confronti, quindi ho pensato di rispondere con questo articolo. Chi vorrebbe diventare travel blogger probabilmente si pone diverse domande. Molte me ne sono fatte anche io, perciò vorrei darvi delle risposte schiette. Senza fronzoli, a costo di suonare cinica, perché credo sia la cosa migliore.
Prima di iniziare però devo fare due premesse:
- Io per professione mi occupo di comunicazione e marketing, e ho a che fare con il web da molto tempo prima di iniziare a scrivere su un blog mio. Ho una formazione specifica in questo ambito e quindi non ho iniziato da neofita completa.
- Ciononostante, ad oggi non sono ancora in grado di mantenermi (solo) grazie al blog.
E (#spoiler) questo è quanto credo valga per il 95% dei blogger di viaggi, a prescindere dalla loro formazione. I travel blogger italiani professionisti che di mestiere fanno solo quello sono pochissimi: credo che si possano contare sulle dita di due mani, e ci sono riusciti dopo anni di doppio lavoro.
Tutti gli altri, me compresa, continuano ad avere un altro impiego o magari lavorano come liberi professionisti per altre attività collaterali al blog.
Iniziamo comunque dalle “basi”.
1) Chi è e cosa fa un travel blogger
In senso letterale, per diventare blogger di viaggi basta… aprire un blog e scrivere di viaggi. Ma probabilmente non è questo che volete sapere.
Un travel blogger è una persona che racconta e promuove destinazioni turistiche attraverso il proprio sito web e sui altri canali (es. siti web o magazine di altri, ecc.). Nell’immaginario meglio riuscito di chi e e cosa fa un travel blogger, c’è l’idea che questa persona sia pagata per viaggiare da enti del turismo, hotel, o aziende del settore o possa farlo gratis per poi scrivere, scattare foto e pubblicare video delle esperienze che ha fatto.
In una visione più realistica, un blogger di viaggi è una persona che ama viaggiare (a spese proprie) e poi raccontare le proprie esperienze ad altri per aiutare le persone a trovare informazioni su un posto, su come organizzare un viaggio o per creare interesse verso una destinazione. Il tutto, almeno inizialmente, senza essere pagati per farlo.
Riuscire a trovare aziende o enti che facciano da sponsor infatti non è semplice e prima di riuscirci è necessario avere molti lettori, essere molto conosciuti e, ovviamente, aver imparato a pubblicare contenuti di qualità alta.
Travel blogger vs. travel influencer
Facciamo chiarezza: i due termini non hanno lo stesso significato e le competenze necessarie per fare le due cose sono abbastanza diverse secondo me.
🟠 Un travel blogger o blogger di viaggi è una persona che ha un blog di sua proprietà su cui scrive di viaggi. Lo fa “in casa sua”, perciò nessuno può chiudere il suo sito (a meno che non subentrino dei problemi legali). Tipicamente un blogger realizza contenuti lunghi, destinati a restare online e ad essere letti anche a distanza di molto tempo da quando li ha pubblicati. Questi poi li può promuovere sui social media (anche) per portare le persone a visitare il proprio sito web.
🟠 Un travel influencer è una persona che pubblica contenuti di viaggio sui social media (Instagram, TikTok, ecc.) ma NON HA un blog di sua proprietà. I contenuti che pubblica sono su piattaforme di proprietà altrui. Quindi se un giorno Instagram o TikTok decidono che un account non va più bene, possono chiuderlo o bloccarlo quando vogliono. Un influencer inoltre realizza post, stories e video destinati solo ai social media, più brevi rispetto a quelli di un blog.
👉🏻 Un blogger di viaggi può essere anche un influencer, nel senso che oltre al blog può avere un pubblico molto vasto sui social media ed è in grado di generare interesse con i propri contenuti. Al contrario un travel influencer, senza un blog di sua proprietà, non si può definire travel blogger.
2) Come si crea un blog di viaggi (gratis e non)
Una breve lista della spesa su cosa serve per creare un blog di viaggi. So che alcuni termini potrebbero risultare poco chiari se non si ha famigliarità con questo mondo, ma in fondo metterò una serie di riferimenti bibliografici per approfondire.
Come si crea un blog di viaggi gratis
È normale pensare di iniziare con un blog gratuito, senza spendere del denaro prima ancora di sapere se funzionerà o meno. Tecnicamente per creare un blog gratis basta creare un account su WordPress.com o su Blogger e iniziare a scrivere. È un buon modo per prendere dimestichezza con l’interfaccia web per pubblicare i post (gli articoli) e scrivere le prime pagine, ma a mio avviso non è uno strumento valido nel lungo periodo.
✅ Vantaggi
- Non costa nulla
- Le versioni gratuite sono abbastanza facili da usare
- È una buona palestra per imparare, almeno per il primo periodo.
⚠️ Svantaggi
- Le versioni gratuite permettono di creare solo un dominio di secondo livello: www.miosito.wordpress.com oppure www.miosito.blogspot.com
- Per avere un dominio di primo livello (www.miosito.it) è necessario pagare una quota
- La grafica si può personalizzare solo in parte
- Le funzioni a disposizione sono limitate
- A livello di posizionamento su Google, non è l’ideale.
Il passaggio a una versione a pagamento si può fare anche in seguito, ma sono necessarie alcune considerazioni e modifiche di natura tecnica.
Cosa serve per creare un blog (a pagamento)
Per creare un blog di viaggi, da un punto di vista puramente tecnico servono:
- Un nome e un dominio (www.miosito.it)
- Un servizio di hosting (es. Aruba, SiteGround, ecc.): uno spazio dove vengono salvati tutti i dati del sito
- Un CMS, l’interfaccia per costruire il sito e pubblicare gli articoli (es. WordPress o Joomla).
A parte nel caso citato in precedenza, normalmente queste tre cose si pagano con un abbonamento annuale. I costi per il primo anno si aggirano intorno ai 100-150 € a seconda dei servizi scelti ma poi tendono ad essere più alti, soprattutto se il blog comincia ad avere un certo traffico.
Altre competenze necessarie
Oltre a quelle tecniche, secondo me sono necessarie altre competenze di base per creare un blog:
- Saper scrivere in un italiano corretto (scusate se pontifico, ma non è ovvio)
- Imparare a usare WordPress o altro CMS per pubblicare i contenuti
- Imparare a scattare delle foto decenti, a ritoccarle e pubblicarle sul web
- Imparare almeno alcune nozioni di base di marketing e comunicazione per poter definire una strategia
- Imparare la SEO per far sì che prima o poi qualcuno trovi il blog su Google e magari lo legga
- Capirci qualcosa di analisi dati (Google Analytics e Google Search Console, come minimo) per analizzare i risultati del proprio lavoro.
Per tutto questo ci vuole tempo, e in genere dopo aver iniziato ci si rende conto che la faccenda è molto più complessa di quanto ci si immagina: pur facendo un mestiere affine, anche io mi sono ritrovata nella stessa situazione. Quindi la prima domanda che mi sentirei di farvi, se state leggendo questa pagina è:
Quanta costanza e pazienza avete?
Mettere online un blog di viaggi infatti non è sufficiente a far sì che le altre persone (a parte amici e parenti) sappiano che esiste, lo trovino e lo leggano. Per arrivare ai primi 1.000 visitatori al mese possono volerci anni. Siete disposti ad aspettare?
Se la risposta è sì, andiamo avanti.
3) Cose da sapere prima di creare un blog di viaggi
Occupandomi di marketing, negli anni ho letto tanti testi su come definire una strategia per realizzare un progetto (blog di viaggi o qualsiasi altra cosa) e possibilmente avere successo. La maggior parte delle teorie si può condensare in cinque passaggi:
- Trova una nicchia (pubblico)
- Punta sul personal branding e su un tono di voce riconoscibile
- Crea contenuti di qualità
- Fatti trovare su Google e usa i social network per promuoverti
- Monetizza il sito per guadagnare attraverso affiliazioni, guest post ecc.
In linea teorica, trovo tutto molto corretto e sensato. Personalmente però mi sento più d’accordo con Raffaele Gaito1 che durante il WMF 2023 ha sottolineato come, quando si è all’inizio, la maggior parte delle persone non abbia la minima idea di come mettere in pratica tutti questi passaggi. Ed è normale che sia così. Lo è stato anche per me.
All’inizio l’unica idea chiara che avevo era che volevo raccontare ad altri qualcosa di utile sui miei viaggi, in particolare in Asia, perché avevo notato che quando ne parlavo le persone mi facevano diverse domande, volevano sapere come mi ero organizzata e diverse cose sul posto che avevo visitato. Non sapevo da che parte cominciare per trovare le risposte a quelle indicazioni, non riuscivo a pianificarle a tavolino, pur avendo già le basi teoriche.
La verità secondo me è che le soluzioni si trovano attraverso un percorso per prove ed errori. Quindi il mio consiglio è uno solo: buttarsi, intanto. Il resto arriverà con il tempo. E a proposito delle cinque fasi elencate sopra, ecco cosa ne penso.
1. Trova una nicchia
A prescindere da quel che dicono tutti i manuali, è complicato identificare una nicchia di pubblico prima di creare un blog. In particolare se non lo si è mai fatto prima, cercare un pubblico potenzialmente interessato a ciò di cui volete scrivere non è ovvio, anzi. Per trovarlo è necessario… scrivere tanto, e vedere come va. I risultati potrebbero rivelare che la famosa nicchia profittevole non era quella che ci si immaginava all’inizio, ma un’altra.
2. Definisci un personal branding e un tono di voce riconoscibile
“Definire” un personal branding e un tono di voce sono due cose che vengono con il tempo e anzi, non vi suggerisco di pianificarle a priori in modo artificioso. Credo che essere coerenti con se stessi sia più importante per portare aventi un progetto nel tempo. Altrimenti prima o poi casca il palco.
3. Crea contenuti di qualità
La qualità si innalza solo con la pratica. Quindi è normale iniziare scrivendo post che fanno schifo o quasi. Per migliorare è necessario scrivere, scrivere, scrivere. E studiare, studiare, studiare.
Se poi ci si vuole mettere in gioco con un corso di formazione su come scrivere dei testi buoni e creare contenuti, meglio. Confrontarsi con dei professionisti è uno dei modi migliori per imparare.
4. Fatti trovare su Google
Con buona fortuna ci vorranno minimo due anni perché Google si accorga che un sito nuovo esiste e lo proponga da leggere a qualcuno che sta facendo una ricerca online. Quindi, se nel frattempo non decidete di mollare, avete tutto il tempo per studiare e fare pratica.
In ogni caso, se non si impara a farsi trovare su Google è ben improbabile riuscire ad avere dei lettori, a meno di non fare pubblicità a pagamento. Sui social media infatti è sempre più difficile far decollare dei profili nuovi senza pagare (del resto quella di Mark Zuckerberg non è una onlus!), ma i lettori che si ottengono dalle inserzioni a pagamento sono come un rubinetto dell’acqua: se lo chiudi… non arriva traffico al sito.
Di monetizzazione parliamo nel prossimo paragrafo.
4) Come e quanto guadagna un blogger di viaggi
Parliamo ora di come monetizzare un blog. I modi possono essere diversi e anche in questo ambito c’è un’ampia letteratura per approfondire l’argomento (bibliografia in fondo al post). Sintetizzando, la maggior parte dei travel blogger che guadagnano grazie al proprio blog lo fanno attraverso diversi canali. Un elenco dei principali.
- Fonti di guadagno dirette: affiliazioni, banner pubblicitari inseriti qua e là nel sito, post sponsorizzati, vendita link.
- Un’altra fonte di guadagno diretta può essere la vendita di gadget, merchandising o altri prodotti sul proprio sito. In tal caso però il blog diventerebbe in parte un ecommerce e finiremmo a parlare di tutto un altro argomento, anche da un punto di vista fiscale.
- Fonti di guadagno indirette: collaborazioni con altri siti web, agenzie pubblicitarie o aziende, vendita libri, corsi online, consulenze… e chi più ne ha più ne metta.
Nella realtà dei fatti però è necessario sapere che:
- Per guadagnare direttamente dal blog con affiliazioni e banner pubblicitari è necessario avere partita iva. E per arrivare a cifre significative attraverso le affiliazioni è necessario prima avere un pubblico ampio. Le commissioni infatti equivalgono in genere a pochi spiccioli e i tassi di conversione (nr. vendite/nr. visitatori) sono mediamente bassi. Quindi finché non si riescono a raggiungere almeno 10.000 visitatori al mese secondo me non ne vale la pena.
- Vendere guest post o link è un’attività da fare con cautela, perché ufficialmente Google la vieta e la penalizza. E in ogni caso prima di trovare qualche agenzia o azienda disposta a pagare per un link o un post sponsorizzato ci vogliono tempo e numeri.
- Le fonti di guadagno indirette dipendono dalla capacità di instaurare relazioni con altri professionisti nel settore e dal tempo per coltivarle. Potenzialmente sono tutte attività anche molto redditizie, ma necessitano di tempo per costruire rapporti di fiducia con chi potrebbe essere interessato a commissionarci un lavoro.
Quanto tempo ci vuole per iniziare a guadagnare da un blog di viaggi
Questo dipende da molteplici fattori, alcuni dei quali sono di natura tecnica. Uno di essi è che per i primi due anni dalla pubblicazione di un sito web nuovo, Google probabilmente (ma non è un’informazione confermata da fonti ufficiali) lo tiene nella “sandbox”, una specie di limbo durante il quale “Big G” si prende del tempo prima di mostrarlo nei risultati di ricerca. (Approfondimento in questa pagina).
Superato questo scoglio, le possibilità di iniziare a guadagnare dipendono dalla capacità del blogger di viaggi di imparare la SEO, a promuoversi, a creare contenuti utili per il pubblico e, infine, potenziali aziende o enti disposti a pagare per il suo lavoro.
Quanto si guadagna con un blog di viaggi
Come potete dedurre dai paragrafi precedenti, guadagnare da un blog non è un’impresa facile, e non c’è una risposta univoca. Le entrate dipenderanno alle capacità del travel blogger di emergere e distinguersi in un ambito in cui la concorrenza è veramente tanta.
5) Come vengono pagati i travel blogger
Anche in questo caso la fastidiosissima risposta è dipende. Le opzioni possono essere diverse; ecco le principali:
- In cambio merce: l’azienda o ente offre un servizio o un prodotto gratuitamente al travel blogger in cambio di articolo/i sul blog, post sui social media, realizzazione foto, o altro da concordare.
- A pezzo: l’azienda/ente commissiona un articolo singolo al blogger di viaggi.
- Collaborazione: azienda e blogger concordano un periodo di collaborazione o di realizzare un certo numero di contenuti. Questo è l’obiettivo più ambito e naturalmente il più difficile da raggiungere.
6) Che numeri dovrebbe avere un blog di viaggi
Aspetto molto prosaico, ma affinché un blog e un travel blogger risultino interessanti i numeri contano, c’è poco da dire. Nella mia esperienza ho notato che al di sotto dei 10.000 visitatori al mese è difficile farsi notare per ottenere o ricevere delle richieste di collaborazione di un certo tipo. Se poi il numero dei visitatori è supportato anche da profili social che funzionano bene (e non è il mio caso) è anche meglio.
Cosa aspettarsi quindi quando si crea un blog di viaggi in termini di visitatori e numeri: per i primi due anni è soprattutto un gran lavorare per pubblicare e promuoversi, ma difficilmente si riescono a raggiungere le 1.000 visite al mese senza investire almeno qualcosina in pubblicità e a meno di non essere veramente bravi.
Se nel frattempo si studia SEO e si comincia a capire come farsi trovare su Google è possibile crescere anche in breve tempo, ma ci vuole costanza. Se siete disposti a questo sforzo, buon per voi. Mettetevi subito al lavoro e non aspettate che il sito o un testo sembri “perfetto” prima di pubblicarlo. Ci sarà sempre margine per migliorarlo.
7) Come diventare blogger di viaggi
In conclusione, per diventare un blogger di viaggi non credo ci sia una ricetta miracolosa né un solo libro, corso o guida “definitiva” per far funzionare un blog. Tutti gli strumenti sono validi, ma credo sia necessario un approccio interdisciplinare e che studiando i vari argomenti poi ognuno trovi il modo più adatto per sé di portare avanti il progetto. L’importante secondo me è affrontarlo sapendo che se si vuole diventare travel blogger in modo serio (e etico), è un lavoro impegnativo, per cui probabilmente ci vorranno anni prima di vedere dei risultati.
Ma da qualche parte bisogna pur iniziare, no?
Se avete ancora qualche domanda o curiosità, potete contattarmi qui per un consulto online: 30 minuti di domande e risposte su come aprire un blog oppure una consulenza personalizzata di un’ora.
Bibliografia
Alcuni testi per approcciarsi agli argomenti di cui abbiamo parlato nell’articolo. Volutamente non ho inserito nell’elenco “i più celebri” perché senz’altro avrete avuto modo di trovarli per conto vostro prima di arrivare in questa pagina. Preferisco consigliarvi altri testi scritti da professionisti nei settori specifici.
A proposito dello scrivere bene in italiano, due libri pubblicati diverso tempo fa, ma sempre validi:
- Luisa Carrada, Lavoro, dunque scrivo!, ed. Zanichelli, 2012
- Annamaria Testa, Farsi capire. Comunicare in modo efficace, interessante, persuasivo, ed. Rizzoli, 2009
A proposito di cosa significa scrivere per il web, un doppio manuale scritto a quattro mani da due esperti di blogging e giornalismo e un approfondimento sul mondo del content marketing.
- Cristina Maccarone, Riccardo Esposito, Scrivere per informare. Creare contenuti (non solo in ottica SEO) per giornalismo e blogging, ed. Flacowski, 2020
- Luca Conti, Cristiano Carriero, Content Marketing. Promuovere, sedurre e vendere con i contenuti, ed. Hoepli, 2019
Fra i tanti manuali di SEO che ho letto, è il mio preferito perché è pratico, facile da capire e approfondito. Non è un testo per completi neofiti, ma nei libri elencati in precedenza c’è già un’infarinatura sull’argomento. Questo è ottimo per proseguire.
- Alvise Canal, Keyword research avanzata, ed. Dario Flaccovio, 2020.
Infine, due testi più tecnici per chi ha bisogno di iniziare dalle basi.
- Luca Conti, Francesco Vernelli, Blog di successo For Dummies, ed. Hoepli, 2016 (un po’ datato, ma per iniziare da zero può andare).
- Bonaventura Di Bello, WordPress. La guida completa. Creare blog e siti professionali, ed. Hoepli, 2022.
Spero che questo articolo vi sia stato utile. Se volete scrivermi una riflessione o dirmi che ne pensate, qui sotto c’è spazio per i commenti.
Note:
- Raffaele Gaito è uno specialista di Growth Hacking, una branca del marketing che ha come obiettivo la crescita rapida delle aziende.
Il WMF è il festival “We Make Future”, un evento che si svolge ogni anno a Rimini durante il quale si fa formazione in tema di web marketing, comunicazione, social media e affini. ↩︎