E chi l’avrebbe mai pensato?
Buongiorno mie care lettrici e lettori, in questo nuovo episodio della mia rubrica semi-seria #vitadablogger, vi racconto qualche altro retroscena delle piccole e grandi (dis)avventure che possono capitare quando per passione o per lavoro si scrive sul web.
Il mio blog non è online da tantissimi anni e il numero dei miei visitatori, anche se in crescita, non è ancora altissimo. Eppure, qualcuno che li apprezza c’è — fin troppo vien quasi da dire 😬
Fino a qualche tempo fa vivevo serenamente, senza preoccuparmi troppo che le mie parole potessero essere “fonte di ispirazione” per alcuni lettori.
Di tanto in tanto mi capitava di leggere, nelle community che frequento, i post di alcune colleghe blogger che segnalavano di aver scoperto che i loro contenuti (testi e foto) erano stati usati a piacimento da altri, senza chiedere autorizzazione né tantomeno menzionarle come autrici.
Una faccenda seccante con cui empatizzavo molto, ma che fino a qualche mese fa non mi inquietava più di tanto. Ma che, come avrete capito dal titolo, ha finito per dare qualche grattacapo pure a me 😅
Non vi dico il mio stupore quando, in una gelida domenica di gennaio, sono incappata quasi per caso in una pagina web che, oltre a “ispirarsi liberamente” a un mio articolo, conteneva un link al mio sito. Chi lo aveva copiato e incollato evidentemente si era dimenticato di toglierlo, e così mi ha messo (involontariamente) in mano il bandolo di una matassa più lunga di quanto immaginassi.
Come mi sono accorta dei contenuti copiati dal mio sito
Se siete blogger o avete a che fare con i siti web probabilmente per voi sarà molto più facile capire di che parlo, ma anche se non lo siete vi racconto brevemente come me ne sono accorta.
Chi ha un sito web di solito controlla periodicamente come stanno andando le visite. Per farlo, mister Google mette a disposizione degli strumenti gratuiti come Google Analytics e Google Search Console, che servono per capire cosa fanno gli utenti sul proprio sito.
Fra i dati che Google raccoglie (e Google sa quasi tutto quello che facciamo online, che ci piaccia o no), ci sono le informazioni sui backlink in entrata in un sito. Ovvero: se un una pagina web inserisce un link che rimanda a una articolo del mio blog, Google Search Console lo vede. E di conseguenza lo posso sapere anche io.
Ebbene, è andata così: quella domenica stavo dando un’occhiata alle statistiche del mio blog e ho trovato un link in entrata da un sito che non conoscevo. Sono andata a vedere la pagina e… sorpresa! La pagina in cui c’era il link alla mia pagina riportava parola per parola un paragrafo di un mio articolo. 🤦🏻♀️
… e come ho scoperto gli altri scopiazzatori
Altri? Sì, altri, perché quel risveglio di soprassalto (Vuoi che sia capitato anche a me?) si è rivelato essere solo la punta dell’iceberg. 😅
Come San Tommaso ho deciso di approfondire la cosa e di controllare se qualcun altro aveva avuto la stessa brillante idea. Ed è qui che si è aperto un mondo nuovo e inesplorato.
Con uno strumentino gratuito non solo ho scoperto che più di qualcuno aveva copiato i miei testi, ma che erano stati in molti ad usarli per pubblicare post di Facebook e pagine web a costo zero, grazie ai miei articoli. Alcuni dei quali ben riusciti, lo dico senza falsa modestia.
ℹ️ Consiglio utile per blogger
Online ci sono vari strumenti per capire se i propri contenuti sono stati copiati e pubblicati su altri siti web. Inserendo l’indirizzo della propria pagina (URL) questi strumenti fanno una specie di scansione online e riportano le pagine web dove trovano eventuali corrispondenze di testo.
Alcuni sono gratuiti (ma riportano o analizzano un numero limitato di pagine web o di parole contenute nella pagina), altri a pagamento. Io uso questo, che ha il vantaggio di segnalare i contenuti duplicati anche fra i post di Facebook.
Man mano che scansionavo le URL del mio sito ne venivano fuori ancora e ancora. In una domenica, tra pagine web e post sui social ne ho trovati oltre 25.
Dubbi irrisolti e note amare
Non so se a voi lettrici o lettori sia capitato qualcosa di simile, in tal caso potete immaginare le mie sensazioni, che oscillavano fra il divertito e l’isterico.
In ogni caso quel giorno una domanda ha cominciato a fare capolino fra i miei pensieri: ti rendi conto di avere una buona penna quando trovi i tuoi testi scopiazzati qua e là in giro per il web?
Non so darvi una risposta. Anzi, preferirei che a dire se scrivo bene o no fosse chi mi legge, non il mio orgoglio scribacchino. Tuttavia la mia anima cinica si sente pure un po’ lusingata: forse questi articoli super gettonati qualcosa di buono ce l’hanno.
Fra poco vi racconto quali sono e — dopo la mia collezione di richieste di collaborazione improbabili come travel blogger — vi racconto anche le migliori strategie di scuse posticce dei furboni beccati con le dita nella marmellata.
La nota triste della faccenda è una, un po’ amara. In più casi si trattava di agenzie e agenti di viaggio, che così purtroppo non hanno fatto grande onore a questa categoria di professionisti seri e qualificati.
I 3 articoli più copiati del blog (e le risposte di scuse più creative)
Halong Bay, un incanto che sa di copia e incolla
Il primo posto fra gli articoli più scopiazzati spetta al post sulla Baia di Halong in Vietnam, che a quanto pare è particolarmente apprezzato non solo da voi lettrici e lettori, ma anche da chi cerca ispirazione online. L’incipit e le storie su Halong Bay erano evidentemente piuttosto incisive, tanto da essere riprese da più di qualcuno che ha pensato bene di raccontare la baia con parole mie.
Sorprendente come, alla mia richiesta di citarmi come autrice del testo, i post in questione siano scomparsi senza nemmeno un cenno di scuse o, in altri casi, abbiano continuato a restare online fino a quando una collega travel blogger li ha commentati in modo poco cortese.
10 curiosità sul Nepal e una sugli stagisti
Secondo in classifica, quasi a parimerito, l’articolo in cui ho raccontato 10 curiosità sul Nepal, una summa di fatti, usanze e tradizioni curiose del Paese gentile. Un post a cui tengo particolarmente perché racchiude molte cose particolari sulla cultura nepalese, che ho potuto scoprire solo visitandolo. Non essendo curiosità che si trovano scritte nelle guide di viaggio, hanno evidentemente ispirato vari profili social, che hanno attinto dall’articolo per popolare le loro pagine Facebook.
Il fatto curioso, è che scrivendo a questi signori ho capito che alcuni di loro sono gravati da un male strisciante: la presenza di stagisti disubbidienti e webmaster senza scrupoli che ripubblicano post scritti da altri alle spalle di ignari datori di lavoro. Che in un caso tanto comico quanto surreale è culminato in una lezione di vita, in risposta alle mie rimostranze.
[…] nella fattispecie il “post del disonore” è stato pubblicato non da me ma da web master poco attento o poco scrupoloso. Tutto qui. E meno male che sei stata in Nepal, a rasserenare l’animo 😉
Serie TV per chi ama viaggiare e supercazzole
Una menzione speciale spetta infine all’articolo scritto a quattro mani con la collega Silvia del blog The food traveler: un post dedicato a serie TV e docuserie per chi ama viaggiare.
In questi tempi incerti i documentari di viaggio e le serie televisive sono una delle poche certezze per noi viaggiatori con il sedere costretto sul divano anziché su uno scomodo sedile di aereo, e pare che fosse lo stesso avviso anche un sito web che lo ha “condiviso” dopo averlo rimasticato sommariamente per depistare Google.
Peccato che il tratto delle nostre penne sia rimasto fin troppo evidente, tant’è che sono riuscita a scovarlo e, a forza di email, a risolvere l’imbarazzante episodio. La cosa buffa è stata che il sito in questione ha cercato di sedare gli animi chiedendomi se ero disponibile a scrivere per loro, nonostante io con il loro settore c’entri davvero come i cavoli a merenda.
Durante gli interminabili minuti di quella telefonata, un dubbio spingeva per uscire dalla mia bocca: Conte Mascetti, è lei?
In conclusione, fra stagisti disubbidienti, errori di distrazione e silenzi imperturbabili, ho capito che anche noi travel blogger “normali” dobbiamo fare attenzione a che fine fanno nostri articoli, perché queste cose possono capitare anche a blogger senza fama nazionale.
Perché i contenuti copiati danneggiano sia chi li ha scritti, sia chi li ha copiati
C’è un aspetto su cui vorrei soffermarmi: usare il materiale scritto o fotografato da altri non danneggia solo l’autore, ma anche chi lo riutilizza in modo non corretto.
I contenuti pubblicati online sono di proprietà intellettuale di chi li realizza, a prescindere dal canale su cui sono condivisi, sia esso un blog o un social network.
In molti casi è permesso condividerli, ma è necessario avvisare e/o menzionare chi li ha realizzati.
Farne un uso inappropriato, oltre a non tutelare gli autori, non è una mossa furba nemmeno da parte di chi li ricicla. Innanzitutto si perde di credibilità: se invece di contattare privatamente queste persone avessi scritto subito recensioni e commenti pubblici, cosa avrebbero potuto pensare i loro clienti/lettori?
Secondariamente, tappare i buchi di un piano editoriale spizzicando qua e là da materiale altrui non risolve un problema di fondo: comunicare è un lavoro, e un “problema” che non si risolve in questo modo.
Si potrebbe prima cercare di capire perché mancano le idee su cosa pubblicare. E affidarsi a chi si occupa di comunicazione per mestiere potrebbe essere una buona strategia per riuscire a farlo meglio.
Da blogger a blogger: 2 suggerimenti su come comportarsi (anzi, 3)
A fianco a questo, un paio di suggerimenti per le colleghe e i colleghi blogger, perché troppo spesso leggo online post sconfortati in cui si chiedono cosa fare.
✅ Diritto d’autore
Ciò che pubblichiamo online è di nostra proprietà intellettuale, a meno che non decidiamo (e dichiariamo) che i contenuti sono disponibili senza necessità di attribuzione. Per un approfondimento, leggete questa pagina sui vari livelli delle licenze Creative Commons.
Periodicamente controllate i vostri backlink in entrata e usate gli strumenti online per vedere che fine fanno i vostri contenuti, soprattutto quelli meglio indicizzati.
✅ Cosa chiedere
Se scoprite che qualcuno li ha usati senza autorizzazione, prima di tutto fate degli screenshot o dei PDF che lo dimostrano. Poi mandate una mail a chi lo ha fatto chiedendo che A) vi citi come autore; B) se non vuole farlo, rimuova il testo e/o le vostre immagini.
Anche se si tratta di poche frasi e non di articoli interi (quindi senza il rischio che Google rilevi un contenuto duplicato, con conseguente penalizzazione nei risultati di ricerca), è corretto che l’autore sia citato come tale.
Non fatevi fuorviare da risposte del tipo: “Il contenuto era sui social, per cui è di dominio pubblico”. Non è vero, e le normative di Facebook parlano chiaro a riguardo, date un’occhiata qui.
✅ Se la segnalazione non funziona
Cosa fare se le vostre segnalazioni non funzionano: Facebook e Instagram mettono a disposizione uno strumento per segnalare le violazioni del diritto d’autore. È un modulo con cui comunicare che un vostro contenuto è stato usato senza autorizzazione e con cui potete richiedere che sia modificato o rimosso. Nel modulo va indicata la fonte del contenuto originale, inserendo la URL su cui si trova (pagina web o post sui social).
Se però un sito web copia ripetutamente i vostri contenuti, la cosa è più seria. Google consente di segnalare la violazione del copyright di determinati contenuti e di chiederne la rimozione dai risultati di ricerca. Attenzione: NON dal sito web su cui è pubblicato, questo non può farlo nemmeno Google. L’unica cosa da fare per eliminarli è contattare il webmaster del sito.
Ad ogni modo, il mio consiglio è di tentare di risolvere la cosa in modo pacifico, mettendo in campo le vostre migliori capacità di relazione. Inviare segnalazioni a Google o rivolgersi al servizio di hosting sono cose da fare con cautela e solo in casi estremi.
Come rimediare alla mancanza di idee o contenuti
Una nota brevissima in chiusura, per i momenti di crisi da pagina bianca o calendario vuoto. A chiunque capita di rimanere a secco di idee per mandare avanti un blog, un magazine o un profilo social. Le cose da fare in questo caso sono due:
- Se siete un’azienda o un ente, affidarsi a un professionista della comunicazione per definire un piano editoriale di qualità e realizzare contenuti che durano nel tempo, declinabili su tutti i canali online.
- Se siete blogger, confrontatevi con i colleghi: scambiarsi idee o consigli con persone che, come voi, affrontano tutti i giorni la fatica di riempire un piano editoriale aiuta a superare l’impasse e a ripartire con nuova energia.
In conclusione, spero che questo articolo vi abbia strappato una risata o quantomeno vi sia utile per capire cosa fare in questi casi. Se volete condividere le vostre esperienze o scambiare qualche idea insieme a me, potete lasciare un commento o contattarmi in questa pagina.
2 commenti
Ciao Silvia, credo che certe risposte si commentino da sé, come quella dei tuoi “amici” spagnoli…
“Wise souls speak loudly in silence”, recitava un cartello che ho letto nei pressi di un luogo sacro in Nepal. E io concordo: a volte un pacifico silenzio è più che sufficiente 😉
Se penso a quell’episodio delle serie TV e alle non risposte dei tizi in questione, mi viene ancora un nervoso! Che poi in tanti lo fanno veramente da stupidi, e si fanno “sgamare” in tempo zero. Comunque ci vuole un bel coraggio a rispondere “E meno male che sei stata in Nepal, a rasserenare l’animo” – non so come hai resistito alla tentazione di andare direttamente da quella persona e schiaffeggiarla 😉
A me è capitato una volta un paio di anni fa: un’agenzia di viaggi spagnola aveva copiato un mio articolo, interamente in italiano, sul suo sito senza menzionarmi come autrice del post. Dopo aver scritto più volte chiedendo spiegazioni e pregandoli di rimuovere il post, questi mi hanno risposto che se non voglio essere copiata allora devo evitare di pubblicare dei contenuti su internet. Che modi!