Alla fine del 2019 avevo fatto una bella lista di sogni di viaggio per il 2020. Ma mi sa che ha portato un po’ di sfiga.
Per non attirare ulteriori disgrazie e sogni di viaggio infranti, quest’anno ho deciso di concentrarmi sulle cose belle che hanno punteggiato il 2021 e sul senso di gratitudine, setacciando 5 cose che lo hanno reso speciale, nonostante i mesi scorsi non siano stati sempre facili.
Ecco quindi la mia lista di 5 parole del 2021. Se volete condividere come è andato il vostro, vi invito a raccontarmelo nei commenti.
1) Montagna
Il 2021 è stato decisamente l’anno della montagna. È diventata sempre più spesso la meta e il rifugio dalle incombenze quotidiane, mi ha accolta con silenzio (quasi sempre), paesaggi da togliere il fiato, altitudini che bucano il cielo e le nuvole con la loro presenza millenaria.
La montagna mi ha insegnato tanto. Rispetto, concentrazione, pazienza.
La montagna dona tanto, richiede tanto, e un attimo di distrazione può costare caro. Fortunatamente le cadute sono state poche, la soddisfazione tanta.
La cosa che le devo di più è di avermi insegnato che spesso ho più forza di quanto io non immagini. Basta solo sapere dove cercarla.
Le escursioni emozionanti sono state tante, troppe per elencarle tutte. Ne scelgo tre che mi sono rimaste nel cuore: il giro delle Tre Cime di Lavaredo e il giro del Sassolungo in Trentino-Alto Adige, e la salita sullo Jof di Somdogna fra le Alpi del Friuli-Venezia Giulia.
Sì, sono state anche le più faticose.

2) Riprogrammare
Quanto è diventato complicato viaggiare oggi. E per noi impenitenti programmatori e programmatrici seriali è stato un colpo duro! Niente più viaggi pianificati con 8 o 10 mesi di anticipo, come quando siamo andati in Vietnam o in Nepal. Spesso anche prenotare un mese prima adesso significa trattenere il respiro fino all’atterraggio (sempre che un aereo si riesca a prendere).
Le sventure degli ultimi due anni però a me sono servite per imparare ad improvvisare di più.
“Sante scugne!”, si dice qui da me in Friuli. Ovvero: “Santo dovere (con ciò che si ha)”, di necessità virtù.
Fra i viaggi programmati, riprogrammati e rimandati, quest’anno ho perso il conto. Un weekend in Val Pusteria spostato e parzialmente rimandato più volte, anche per la neve che ha coperto i sentieri delle Tre Cime di Lavaredo fino a giugno (per fortuna che quel weekend abbiamo recuperato con il Lago di Braies); un viaggio in Andalusia annullato quasi all’ultimo e riconvertito in 12 giorni in Val di Fassa; numerosi weekend fuori porta nemmeno messi in cantiere, fra zone rosse e lockdown.
In compenso, ci è scappato un weekend a Porto che non avevamo previsto. Erano più di due anni che non andavamo all’estero ed eravamo felici come se avessimo preso un volo per il sudest asiatico.

3) Friuli-Venezia Giulia
Si lega al precedente ed è stato il mio regno da scoprire per tutto l’anno. Se fare programmi fuori dai confini italiani (e regionali) è stato quasi impossibile, esplorare il territorio è diventato imperativo. La pandemia ha avuto anche questo effetto positivo: abbiamo potuto dedicare del tempo ai nostri luoghi, ritrovando posti di incredibile bellezza a poca distanza da casa, dalla montagna al mare.
La ricchezza della mia regione è nota a molti, forse un po’ meno a noi che ci viviamo: per questo le ho dedicato tanto spazio sul blog, e tanto ancora mi resta da scrivere.
Fra i posti più sorprendenti, ve ne elenco alcuni: Udine, la mia bellissima città, di cui ho finalmente imparato a conoscere i segreti fra i palazzi; l’escursione alle Pozze Smeraldine; la riserva naturale dell’Isola della Cona (ne parlo in questo articolo); i Laghi di Fusine, visti ormai in tutte le stagioni (manca solo la primavera!); la Val Saisera in una mini casa nella natura.

C’è tanta natura e montagna, è vero, ma ve l’avevo detto che è stato proprio l’anno della montagna! 😉
4) Libri di viaggio
La mia consolazione per non poter ripartire verso l’Asia è annegata nella letteratura di viaggio, che mi tiene compagnia ogni sera sul comodino, quando sogno terre lontane attraverso le parole altrui.
Mi sono riproposta più volte di raccogliere le ultime letture in un altro articolo dedicato ai libri di viaggio, ma fortunatamente l’anno è stato così ricco di avventure che ancora non ne ho avuto il tempo. Prometto di rimediare nei prossimi mesi.
Nel frattempo, vi segnalo alcuni titoli particolarmente emozionanti, dedicati soprattutto a voi che come me soffrite di mal d’Asia. Ma anche se non ne soffrite, ve li consiglio lo stesso perché sono scritti da viaggiatori con una penna arguta.
- Peter Matthiessen, Il leopardo delle nevi, Ed. Beat, 2015
- Paolo Cognetti, Senza mai arrivare in cima, Ed. Einaudi, 2019
- Elizabeth Pisani, Indonesia, ecc. Viaggio nella nazione improbabile., ADD editore, 2015
- Christine Jordis, Passeggiate in terra buddista. Birmania., O Barra O Edizioni, 2009
- Anita Nair, Cuccette per signora, Ed. Guanda, 2017.
Di questi e altri tutoli vi parlo nell’articolo dedicato ai libri di viaggio sull’Asia e l’Oriente.
5) Silenzio
Amico delle mie giornate, anche prima della pandemia in verità. Mai come quest’anno l’ho amato e apprezzato, sui lunghi sentieri così come in casa. È un soffio vitale di cui non sono mai riuscita a fare a meno. Mi aiuta a ritrovare la serenità e dare un freno agli impegni pressanti di tutti i giorni.
Alcuni forse faticano a volte a capirne la necessità, perché le regole degli ultimi due anni hanno messo (fin troppo) alla prova la nostra pazienza e le relazioni con gli altri. Ma per me è indispensabile proprio per recuperare l’energia e affrontare le difficoltà. Camminare, scrivere, fermarmi a osservare la natura da grandi altezze mi ricarica più di qualsiasi altra cosa.
Sono diventata un po’ asociale, me ne rendo conto. Ma in fin dei conti lo sono sempre stata, la pandemia mi ha solo spianato la strada! 😉

Concludendo, è stato un anno pieno. Di posti, persone e cose per cui sono profondamente grata.
Tante altre sono rimaste fuori dall’elenco, ma per ora va bene così.
Progetti per l’anno prossimo? No, quest’anno non ne voglio fare. Ne ho alcuni e ho appuntato mentalmente degli obiettivi, ma vi racconterò l’anno prossimo se li ho raggiunti.
Vi invito a tornare a trovarmi e, se lo desiderate, a raccontarmi qualcuna delle cose belle del vostro anno nei commenti.