Dopo aver scritto quella piccola recensione su “Farfalle sul Mekong”, libro che mi era piaciuto molto, mi era rimasta l’idea di scrivere altri articoli con consigli di libri per chi ama viaggiare.
Facendo un po’ di ricerca online ho trovato molte classifiche che riportano più o meno sempre gli stessi autori, quindi per iniziare stimolando un po’ la vostra curiosità ho pensato di uscire un po’ dalle righe dei grandi classici (Terzani, Theroux, Chatwin, etc.) suggerendovi qualche titolo diverso.
Siccome fra i miei lettori credo che ci siano anche degli appassionati di scrittura, oltre che di viaggi, ho pensato inserire nella lista anche un titolo che parla di buone pratiche per scrivere meglio… perché non si finisce mai di imparare.
Dulcis in fundo, vorrei stuzzicarvi un po’ su un libro che a me non è piaciuto molto, ma che forse qualcuno di voi ha apprezzato più di me. Magari riuscite a farmi cambiare idea e a rileggerlo con occhi diversi.
Se vorrete raccontarmi le vostre impressioni, lasciatemi un commento 🙂 mi piacerebbe sentire che cosa ne pensate di questa selezione di letteratura di viaggio e di scrittura.
Consigli di lettura sui viaggi
Iniziamo dunque dai libri a tema viaggio, che sono sempre un’ottima idea per arricchire il nostro atlante di sogni e possono diventare anche un buono spunto per un regalo.
Sette anni in Tibet, di Heinrich Harrer
Quante di voi ragazze non hanno visto almeno una volta il famoso film omonimo? Io l’ho guardato molte volte — ero giovane e Brad Pitt decisamente affascinante — e poi, complice il mio avvicinamento alla cultura buddhista, mi sono decisa a leggere anche il libro, una storia vera scritta dall’alpinista protagonista del film.
Perché leggerlo
Come spesso accade, il libro è un po’ diverso, meno romanzato del film. Soprattutto nei capitoli iniziali, in cui Harrer racconta la prigionia in India, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e i tentativi di evasione insieme al suo compagno di viaggio Peter Aufschnaiter. La sua storia è molto dura, in un ambiente ostile e pericoloso, sia durante la detenzione sia durante la fuga attraverso le montagne.
Gli anni successivi, trascorsi da Harrer e Aufschnaiter in una Lhasa proibita agli stranieri, raccontano un’epoca autentica e ancora incontaminata, in cui “l’occidentalità” di Harrer si scontra e poi si confronta con la cultura tibetana, da cui viene profondamente colpito.
Il percorso spirituale e di vita dell’autore ne escono profondamente cambiati.

Una frase per sceglierlo
“Nessuno può chiudere il proprio cuore davanti al fervore religioso che riempie tutti i tibetani. Dopo un po’ che si è nel paese, non è più possibile uccidere una mosca senza pensarci.”
Questa citazione che secondo me racchiude molto dell’essenza asiatica, non solo tibetana. Se ripenso alla nostra breve esperienza in monastero (ve ne parlerò presto) durante il viaggio in Nepal dello scorso agosto e al nostro amico giapponese in visita a Udine rivedo la stessa grazia narrata da Harrer. Certi piccoli gesti rimangono sotto pelle.
Le otto montagne, di Paolo Cognetti
Restiamo (parzialmente) in Asia con il libro di questo autore italiano straordinario. Vincitore del premio Strega nel 2007, Cognetti intesse in questo romanzo una storia di grande amicizia ambientata in Italia e in parte in Nepal — motivo per cui l’ho letto poco prima di partire per il nostro viaggio.
Perché leggerlo
Avvincente, toccante, profondo, “Le otto montagne” racconta il rapporto complesso e irregolare fra due amici d’infanzia, due percorsi di vita opposti eppure vicini, fatti di distanze, incomunicabilità, un profondo legame che resiste alle intemperie e alle irregolarità della vita.
Sullo sfondo, le montagne di un piccolo paese ai piedi del Monte Rosa, la catena dell’Himalaya e la vita fra le alte vette del Nepal.

Una frase per sceglierlo
“L’uomo raccolse un bastoncino con cui tracciò un cerchio nella terra. Gli venne perfetto, si vedeva che era abituato a disegnarne. Poi, al centro, tracciò un diametro, e poi un secondo perpendicolare al primo, e poi un terzo e un quarto lungo le bisettrici, ottenendo una ruota con otto raggi. […]
– Noi diciamo che al centro del mondo c’è un monte altissimo, il Sumeru. Intorno al Sumeru ci sono otto montagne e otto mari. Questo è il mondo per noi.
Nel dirlo tracciò, fuori dalla ruota, una punta per ogni raggio, e poi una piccola onda fra una punta e l’altra. Otto montagne e otto mari. Infine fece una corona intorno al centro della ruota, che poteva essere, pensai, la cima innevata del Sumeru.”
Caffè amaro, di Simonetta Agnello Hornby
Spostiamoci ora in Italia con questo romanzo storico ambientato in Sicilia, a cavallo fra l’Ottocento e la prima metà del Novecento. La storia ruota intorno a due famiglie, unite da un matrimonio combinato e senza amore, con cui si scontra il mondo interiore della protagonista. Maria infatti non si lascia costringere a lungo da impliciti obblighi legati al suo ruolo di moglie e nel corso dei decenni sente il bisogno di trovare nuovi spazi. Grazie a una forte personalità, si trasforma gradualmente da pudica moglie ad amante ardente di Giosuè, suo fratellastro e amico di sempre.
Perché leggerlo
Caffè amaro non è solo un sapiente intreccio di protagonisti e famiglie, ma un libro che racconta con grande perizia e ricerca storica una Sicilia lontana nel tempo, un ambiente il cui l’immobilismo si contrappone alla vita dei protagonisti, che si trasformano durante i decenni che precedono e attraversano la Seconda Guerra Mondiale.
Un tuffo nel passato che a tratti rievoca il presente dei piccoli paesi della Sicilia dove, lontano dalla stagione turistica, si può assaporare qualche frammento di immobilità e nostalgia.

Una frase per sceglierlo
“— ‘Come fai a sapere tante cose?’ Chiese Maria [a Giosuè].
— ‘Ho dovuto cercare il bello per rimanere sana di mente e di cuore’. E poi aggiunse secco: ‘Ho letto molto, per dimenticare quello che mi circondava’.”
Il viaggiatore maldestro, di Mark McCrum
Perché leggerlo
Questo libro è una bella raccolta di usanze e curiosità che ci viene in soccorso per non incappare in situazioni imbarazzanti. Un compendio intelligente e ironico per evitare figuracce e comportamenti inappropriati. Dal lontano Giappone al Sudamerica, passando per l’Europa e gli Stati Uniti, un giro del mondo fra stranezze e segreti linguistici, per salvare sempre la faccia.
Se volete passare anche per il Vietnam, leggetevi i nostri appunti sconclusionati di viaggio: di aneddoti bizzarri ne trovate a pacchi.

Una frase per sceglierlo
Armatevi di pazienza, aggiungo io a questo breve estratto. E fingete di andare via quando il venditore sembra non volerne più sapere… tornerà a riprendervi per concludere la trattativa.
Un libro per chi ama la scrittura
Dai libri per chi ama viaggiare passiamo alla scrittura e ai libri che insegnano come scrivere meglio.
Per gli amanti della penna, blogger, instagramers e habitué della scrittura privata, ho pescato dalla libreria uno dei testi che mi è piaciuto di più negli ultimi anni, che mi ha spinta a riflettere sulla parola scritta e l’uso che ne facciamo.
Amata scrittura, di Dacia Maraini
Questo libro secondo me è una perla preziosa per chi scrive, sia perché la sua autrice è italiana, sia perché analizza il tema della scrittura con sapienza.
Nonostante la sua lunghezza (316 pagine) è un testo che scorre veloce, anche se il mio consiglio è di centellinarlo poco alla volta, per lasciare che i capitoli si depositino nella nostra mente.
Perché leggerlo
Per scrivere ci vuole mestiere, come insegna Dacia Maraini fra queste pagine, e la lettura è il primo strumento per chi ha il desiderio — o la gentile, urgente necessità — di scrivere. Nel testo non troverete soluzioni definitive, ma tanti attrezzi del mestiere per riflettere e affinare il metodo, qualsiasi sia l’obiettivo del testo.

Una frase per sceglierlo
“Ma perché si scrive? Per fermare il tempo, per sfogarsi, per consolarsi, per divertirsi, per piantare grane, per attirare l’attenzione, per sentirsi meno soli, per ricordarsi o per dimenticarsi di qualcuno o qualcosa?
Certo si scrive per tutte queste ragioni; ma scrivere vuol dire prima di tutto dare un nome alle cose. La scrittura ci forza a scendere nel profondo della realtà per poi uscirne, attribuendole qualcosa di nostro, di assolutamente personale.”
Concludiamo con una provocazione
Il titolo che ho scelto per chiudere questo articolo sembra cascare proprio a pennello.
Adesso basta, di Simone Perotti
A me non è piaciuto, lo dico apertamente. Non per come è scritto, né per la scelta di vita fatta dall’autore che, anzi, condivido.
“Lasciare il lavoro e cambiare vita”, come si legge nel sottotitolo, è un sogno di molti e una realtà per i pochissimi che lo fanno per davvero.
Ex manager d’azienda, Perotti nel 2008 ha deciso di lasciare il suo lavoro e fare “downshifting”, ovvero semplificare il proprio stile di vita per vivere libero da obblighi lavorativi, schemi consumistici e vite incastrate in cose che non desiderava fino in fondo.
L’autore propone un modo per poter pianificare questa scelta di vita e dedicarci a ciò che vogliamo davvero, con tanto di numeri e conti in tasca.
Bella idea, peccato che, dal mio punto di vista, nei conti fatti dall’autore ci sia una piccola falla: dei calcoli basati su un reddito annuo che per molti è un sogno lontano.
Senza contare poi che la realtà di persone single, coppie e famiglie alle prese con figli, bollette e mutui, il desiderio di una vita libera come la sua si sbriciola quando suona la sveglia.

Se l’avete letto anche voi, se volete potete dirmi quali sono state invece le vostre impressioni, sarei curiosa di sentire un altro punto di vista.
Cari lettori, spero di aver raccolto qualche idea ispirante per i vostri momenti di relax.
L’appuntamento è per l’anno nuovo con qualche altro libro per chi ama viaggiare e scrivere. Ma parleremo anche di altro 😉
Se volete consigliarmi qualche titolo, lo spazio dei commenti è tutto per voi 🙂
A presto!
6 commenti
Ciao, molto interessante il tuo post. Acquisterò i libri da te consigliati. Hai letto 3 Tazze di te? A me è piaciuto moltissimo!!
Grazie mille, sono contenta che i titoli che ho proposto ti abbiano incuriosita. 🙂
Tre tazze ti tè non l’ho ancora letto, però dalle recensioni online sembra molto interessante. Lo segno nella mia wishlist!
Scelgo “Caffè amaro”. Da tempo penso a un viaggio in Sicilia – più facile pensare per me ora di programmare una vancanza anche breve lì – da raggiungere tra le località più conosciute (Siracusa o Palermo per esempio) a paesini meno noti che restituiscano il vissuto di una terra così intensa. e Mi ispira, grazie Elisa per il suggerimento.
Grazie a te per il commento Donatella 🙂
La Sicilia è sempre un’ottima idea… La sceglierei in ogni stagione dell’anno!
Sai che invece non ho mai visto né letto Sette Anni in Tibet??? Devo rimediare! Mi ispira molto Il Viaggiatore Maldestro perché trovo sempre utili i consigli legati a culture diverse da quelle che conosciamo, soprattutto se ci permettono di evitare delle gaffe.
Al momento sto leggendo La Frontiera di Erika Fatland, una giornalista norvegese che ha percorso tutta la linea di confine della Russia senza mai mettere piede in Russia: te lo consiglio se ti piace il genere!
Non ci posso credere! 😱 Ti tocca rimediare sì!
Mi annoto il tuo titolo, grazie per il suggerimento 🙂 c’è sempre spazio nelle mie wishlist di libri 😉