Adagio. Una parola un po’ desueta (almeno dalle mie parti), un termine che in me spalanca una finestra, rievocando memorie e sensazioni.
Mi ricorda la nonna, il suo passo lento quando mi portava in gelateria passando per una via poco trafficata del quartiere.
La parola adagio mi fa pensare anche agli ultimi anni, a come tutti noi ci siamo trovati a dover rivedere il ritmo delle nostre vite e abitudini. Colpa o merito della pandemia, per molti è stata un’occasione per ricominciare ad apprezzare la calma e i posti poco affollati, il piacere di cercare la bellezza in posti meno ovvi o celebrati, anche nelle grandi città.
Proprio la parola adagio è la chiave della guida turistica cartacea di cui sto per parlarvi: “Milano adagio” di Enrico Damiani Editore, la prima di una serie di guide cittadine con un’idea di fondo in comune: la voglia di (ri)trovare la lentezza nei propri passi e nel modo di visitare una città. Milano, in questo caso, ma anche Venezia, Napoli, Palermo, Brescia, a cui sono dedicate le altre guide turistiche della collana. Città in cui probabilmente molti di noi sono stati più volte, ma che forse abbiamo vissuto con una certa frenesia di sottofondo, con la pressa di dover fare, andare, visitare, vedere.
Ho pensato che se siete di passaggio sul mio blog forse anche voi potreste apprezzare quest’idea, e di conseguenza queste guide che mi sento di consigliarvi molto.

Io stessa sono stata a Milano tantissime volte per lavoro, mostre, concerti e eventi. Eppure spesso ho finito per ripercorrere le solite vie e gironzolare intorno agli stessi “posti da vedere a Milano”, annoiandomi anche un po’ sono sincera.
Pur avendo con me un’altra guida turistica validissima, mi è capitato di non riuscire a uscire dal loop dei luoghi imperdibili da visitare a Milano in un weekend, perché in un certo senso è la città stessa a trascinare nel vortice urbano a ritmo sostenuto.

Sfogliando la guida “Milano adagio” ho provato una sintonia immediata, cosa che mi succede raramente quando prendo in mano un libro. Fin dalle prime righe mi sono sentita a casa fra le parole dell’autrice Teresa Monestiroli, giornalista che a sua volta ha sentito progressivamente il bisogno di ripensare al ritmo della propria vita nella metropoli, con la necessità di rallentarlo drasticamente.
Ho ritrovato fra le sue righe la lentezza dei passi che mi portano sempre più spesso in montagna per allontanarmi dalla fretta che caratterizza ogni città grande e piccola, compresa la mia, che poi tanto grande non è.
“Milano adagio è […] il racconto di una metropoli vissuta in prima persona che, nel mare di cose da fare e vedere, seleziona solo quelle che possono offrire un’occasione per respirare, sostare, andare in profondità, regalandosi il piacere di un’immersione totale in un’opera d’arte o anche solamente di una pausa caffè di pochi minuti ma consapevoli […].
Teresa Monestiroli, “Milano Adagio. A spasso per la città a ritmo lento”, Enrico Damiani Editore, 2021
Il risultato è una bussola utile sia a chi viene per la prima volta a Milano e vuole uscire dalle rotte più conosciute, sia a chi in città abita da tempo, ma percorre tutti i giorni gli stessi itinerari. E ancora uno stimolo a riflettere un po’ più a fondo sulla qualità (residua) delle nostre giornate, sulla drammatica mancanza di tempo in cui siamo intrappolati, sulla cattiva gestione che ne facciamo e sulla nefasta dipendenza dai dispositivi tecnologici.”
(Computer compreso, per quanto mi riguarda).
Così, fra le pagine di questa guida (non) turistica per visitare il centro di Milano ho immaginato tanti luoghi che non ho ancora visto, cose da fare particolari come un brunch da Zibo Campo Base, due passi nel Giardino di Villa Reale in Via Palestro, o un pic-nic nel Boscoincittà, quando le torri di CityLife fan venire voglia di scappare dal cemento.
Mi ha fatto venire voglia di visitare Milano con un ritmo scandito da meno cose da fare, la prossima volta. Porterò con me la piccola guida cartacea con alcune pagine su cui ho fatto le orecchie, perché mi fanno immaginare una metropoli diversa, in cui non ci sono solo traffico rombante e passanti che vanno di fretta.
E se anche a voi ora vien voglia di rivedere Milano o altre città con occhi diversi, ecco dove trovare ispirazione. Vi scrivo qui sotto gli altri titoli della collana “Gli Adagi”, non si sa mai che possano venire con voi quando ci andrete.
- Teresa Monestiroli, “Milano adagio. A spasso per la città a ritmo lento”
- Massimo Tedeschi, “Brescia adagio. Capitale industriale, capitale della cultura”
- Paola Zatti, “Venezia adagio. L’altra faccia della città cartolina”
- Francesca Amicante, “Napoli adagio. Alla scoperta della città dei contrasti”
- Giovanni Rizzo, “Palermo adagio. Pietre e voci di una città crocevia”.
Questo invece è il blog di Teresa Monestiroli, dedicato all’adagio urbano in quel di Milano e non solo. Vi suggerisco di leggerlo, la sua penna scrive magnificamente.
Ringrazio l’Ufficio Stampa di Enrico Damiani Editore per avermi inviato queste belle guide turistiche avendo colto, forse, qualcosa in comune fra “Gli Adagi” e me.