Cosa significa vivere in modo minimalista e perché oggi si sente parlare anche di minimalismo in viaggio?
La voglia di semplificare il proprio modo di vivere può nascere, come spesso accade, a partire da una serie di domande, ad esempio: di quali cose ho veramente bisogno nella vita? E in viaggio?
In questo articolo vi racconterò cosa significa diventare minimalisti (o cominciare ad esserlo un po’ di più) e come questo stile di vita può cambiare anche il proprio modo di viaggiare. Leggeri.
Minimalismo in viaggio: un modo di viaggiare che nasce da uno stile di vita
È passato qualche anno ormai da quando io e Luca ci siamo avvicinati ad uno stile di vita minimalista e al viaggiare minimal, un percorso iniziato quando abbiamo iniziato a chiederci se le cose che riempivano la nostra casa e le nostre vite… ci rendevano davvero felici.
Ma andiamo con ordine: cosa significa diventare minimalista? (O almeno provarci?)
Quando si parla di minimalismo viene in mente la parola semplicità, un concetto introdotto nell’arte a partire dagli anni ’60 da un gruppo di artisti americani che rivoluzionarono la pittura e l’architettura riducendola al minimo (appunto).
In anni più recenti il concetto di minimalismo si è trasformato in uno stile di vita, nato in Giappone nei primi anni Duemila. Nagisa Tatsumi, educatrice e autrice giapponese, e la ormai famosissima Marie Kondo hanno diffuso una filosofia basata sul riordino come modo per raggiungere il benessere mentale attraverso uno stile di vita più minimalista, meno incentrato sul possesso degli oggetti.
D’altra parte in Occidente il minimalismo come stile di vita è diventato popolare negli Stati Uniti a partire dal 2009, grazie una coppia di amici americani (Ryan Nicodemus e Fields Millburn, “The minimalists”). Essi ad un certo punto hanno sentito il bisogno di semplificare le loro esistenze, liberandosi delle cose superflue che riempivano le loro case e il loro modo di vivere.
(Da questa esperienza, qualche hanno dopo hanno scritto anche un libro, “Minimalism: Live a Meaningful Life”, se vi interessa, si trova su Amazon).
Come si può intuire, questo processo di decluttering (il buon vecchio “repulisti”, per dirla in italiano) non riguarda solo il possesso di oggetti fisici, ma anche (soprattutto) il rapporto che ci lega ad essi.
Diventare minimalista o tentare di semplificare la propria vita ha molte implicazioni a livello mentale e aiuta a individuare quali sono gli elementi (tangibili e intangibili) che contano davvero nella nostra vita.
Poi conseguenza, può succedere che chi si avvia verso il minimalismo come stile di vita trasferisca questo pensiero anche al proprio modo di viaggiare. Il che non significa per forza viaggiare low budget o con solo uno zainetto minuscolo, ma iniziare a fare scelte più consapevoli, anche in viaggio.
Cosa significa viaggiare leggeri (secondo me)
La scelta di vivere con meno cose, in una casa meno ingombra di oggetti (dai libri, ai vestiti, a tutte le cianfrusaglie che occupano ogni spazio libero) ha prodotto in me effetti inaspettati, che non immaginavo quando mi è presa la smania di riordinare e sbarazzarmi di cose che — obiettivamente — erano rimaste lì inutilizzate per anni.
Vedere armadi e stanze più vuote, gettare via la zavorra (fisica e mentale) di anni di accumulo, mi ha fatta sentire bene: ha creato spazio libero.
Facendo questo mi sono accorta che le cose che contano davvero nella mia vita sono legate principalmente ad esperienze, intangibili. Viaggiare è una delle principali, mi dà un senso di grande appagamento.
Dopo il grande “ripulisti” è scattata in me (e in Luca, che suo malgrado ha prima subito il processo e poi ci ha preso gusto! 😂) la necessità di ricondurre anche il viaggio alla ricerca di qualcosa di più autentico.
È emerso il bisogno di viaggiare leggeri: abbiamo scoperto che viaggiare con meno cose era un modo per avere meno preoccupazioni e ci permetteva di focalizzarci sull’altrove.
Avete presente la sensazione di spensieratezza che si prova quando si esce di casa per una camminata o una corsa portando solo le chiavi di casa?
Ecco, per noi viaggiare minimal è un po’ questo: tralasciare il superfluo ed entrare in sintonia con il vero significato del viaggio. Esplorare il mondo, dentro e fuori di sé.
Così ho deciso di raccogliere 5 idee sul vivere e viaggiare in modo minimalista, sperando di incuriosirvi e magari di scoprire se anche voi siete sensibili sull’argomento (lasciate pure un commento in fondo all’articolo, se vi va).
5 idee sul minimalismo in viaggio
Secondo me minimalismo in viaggio non vuol dire stravolgere il proprio modo di viaggiare, né vivere come asceti cibandosi di pane e acqua con indosso solo uno straccio in tela avvolto intorno ai fianchi.
Secondo me diventare minimalisti in viaggio si accorda con la consapevolezza e la semplicità. Ad esempio quando… si iniziano a fare i bagagli.
1) Minimalismo in viaggio: meno cose, mente più libera
Ripensarci ora, mentre scrivo l’articolo, mi fa notare una cosa: avvicinarmi al minimalismo in casa ha cambiato anche il modo di preparare i bagagli. Da anni ormai ho adottato la tecnica di Marie Kondo per preparare la valigia, con grande soddisfazione.
Pensate a quante volte, mentre siete in viaggio, vi preoccupate di dove avete messo le cose, di aver perso qualcosa, a quante volte vi crucciate perché nella camera d’albergo sembra esploso un petardo che ha sparso oggetti ovunque. O ancora: a quanti vestiti puliti riportate a casa da ogni viaggio.
Dopo anni dentro questo scenario ho capito che portare meno cose ha il potere di sgombrare la mente e liberarla da tante preoccupazioni.
Viaggiare con meno significa avere meno cose da tenere sotto controllo e crea spazi “vuoti” per concentrarsi sul resto: incontri con le persone, colori, odori, dettagli da osservare. Questo è secondo me uno dei risvolti più belli del viaggiare leggeri.
✅ In questo senso può essere molto utile fare una lista delle cose da portare in viaggio: ne ho preparata una per voi da scaricare nell’Area Download riservata, basta iscriversi alla newsletter per accedere.
- Ansia da viaggio: come combattere l’ansia da partenza?
- Cosa mettere nel bagaglio a mano per viaggiare comodi e organizzati
- Come piegare i vestiti in valigia
2) Meglio poche cose ma buone, la massima della nonna (sempre attuale)
Mia nonna lo diceva sempre (ma in friulano): meglio comprare meno cose, ma buone.
Viaggiare minimal non significa viaggiare “mal vestiti” o scomodi, ma portare con sé quello che serve. E basta.
Tradotto in pratica: adottare uno stile di vita minimalista mentre si prepara la valigia, scegliere vestiti e scarpe resistenti e collaudati, materiali tecnici che riparano dal freddo o dal sole, vestiti in fibre naturali che occupano poco spazio e si asciugano velocemente se c’è bisogno di lavarli.
Spesso non serve avere con sé tanti capi di abbigliamento, basta l’equipaggiamento giusto per essere comodi e ben attrezzati.
I capi di buona qualità infatti ci accompagnano per molti anni, in viaggio e nella vita di tutti i giorni. Mentre al contrario i vestiti da catena fast fashion durano il tempo di un paio di stagioni, poi cominciano a stringersi o ad avere un cattivo odore dopo poche ore che li si indossa… in fin dei conti non sono un grande affare, diciamocelo.
3) Ricercare la semplicità: viaggiare minimal è anche questo
Con buona probabilità, passare attraverso la ricerca dell’essenziale ci farà notare che le cose di cui abbiamo bisogno sono davvero poche.
Una cosa di cui mi sono resa conto soprattutto viaggiando in Asia, quando in più circostanze mi sono sentita fuori posto (anche) per l’enorme quantità di cose che avevo portato con me in viaggio.
Ricordo in particolare alcuni episodi che mi hanno fatto pensare a quanto noi, che venivamo dal “ricco” Occidente, fossimo appesantiti dai nostri fardelli, fisici e mentali.
Uno di questi è stato a Kathmandu, quando durante la nostra breve esperienza in un monastero buddista la mia valigia quasi non passava sotto il letto e stonava terribilmente, piena com’era, con la vita dei giovani monaci, abituati ad una vita semplice eppure per molti aspetti più ricca della mia. Incontrare loro e poi le famiglie del villaggio Gurung di Dhampus, mi ha dato da pensare.
Non voglio facile retorica, perché davvero non lo è, ma vedere bambini sorridenti giocare con bambole mezze rotte o rulli per la pittura come se avessero in mano il giocattolo più prezioso del mondo mi ha fatta riflettere.
Una semplicità che stride se confrontata con il nostro stile di vita, pieno di cose e oggetti che in fin dei conti non ci rendono felici sul serio. Ne abbiamo bisogno davvero?
O forse semplificando le nostre esistenze potremmo sintonizzarci con ciò che conta di più?
4) Minimalismo, viaggi e sostenibilità
Vivere in modo più minimalista mi aiutata a pensare all’impatto che noi, viaggiando, abbiamo sul mondo. Penso che il minimalismo in viaggio sia anche considerare questi aspetti: cosa portiamo noi quando ci spostiamo altrove? Che conseguenze ha il nostro viaggio?
Diventare minimalisti e viaggiare leggeri può aiutarci a fare scelte più sostenibili. O almeno, così è stato per noi.
Portare meno cose nei nostri bagagli ha lasciato spazio per indumenti, giochi e materiale scolastico da donare alle comunità locali, sapendo che avremmo viaggiato in alcune zone povere del Nepal e del Vietnam, dove queste cose sarebbero state ben accette.
In varie occasioni abbiamo scelto di alloggiare in homestay piuttosto che in albergo e ancor più spesso scegliamo di muoverci con i mezzi pubblici piuttosto che in auto (come durante il nostro itinerario in Sicilia orientale per esempio) e di usare spesso la bicicletta.
E quando c’è la possibilità concreta di viaggiare in modo davvero ecosostenibile, non perdiamo l’occasione. Un esempio: il nostro weekend in Val Saisera, durante il quale abbiamo alloggiato nella mini casa ecologica di Friland.
O ancora: viaggiare minimal può significare lasciar perdere i souvenir di viaggio dozzinali (probabilmente made in China), e scegliere piuttosto oggetti di artigianato locale, ingredienti per cucinare o prodotti tipici (destinati a deliziare il palato anziché a prendere polvere).
E evitare di farsi rifilare un sacchetto di plastica per ogni acquisto, abitudine tristemente diffusa in Asia, dove in ogni negozio e bancarella te ne danno (almeno) uno.
5) Viaggiare minimal significa anche risparmiare
Infine, diventare minimalisti in viaggio ha come lato positivo anche il fatto che si risparmia.
Non mi riferisco solo al fatto che viaggiare leggeri quando si vola con Ryanair significa spendere meno, anche se è innegabile.
Ragionare di più prima di riempire la valigia di souvenir di viaggio di scarso significato, scegliere i mezzi pubblici anziché l’autonoleggio, alloggiare in piccole strutture piuttosto che in alberghi da centinaia di camere, hanno il pregio di far rimanere qualche soldino in più nelle nostre tasche.
Il che non è male se questo ci consente di fare un viaggio in più e di andare alla ricerca di altre esperienze, persone e luoghi dell’altrove.
Concludendo, io mi sento di dire che il minimalismo in viaggio e nella vita può essere di aiuto sia a noi stessi sia al mondo che ci circonda.
E se anche se non vi ho convinti a buttare via tutto, spero che questo articolo possa essere uno spunto per qualcosa di diverso. 😉
Ditemi cosa ne pensate nei commenti!
6 commenti
Ciao Nicola, mi fa piacere che tu abbia trovato qualche spunto interessante nel blog, ti ringrazio.
Capisco bene i pensieri che esprimi nel tuo commento, gli stessi che mi hanno spinta a scrivere questo articolo. Spesso partiamo da casa con l’inconscio intento di portarcela dietro tutta, per poi renderci conto che le cose di cui abbiamo bisogno in viaggio sono davvero poche, molte meno di quante pensiamo.
A casa poi il discorso secondo me si complica ancora di più, teniamo tanti oggetti di cui facciamo fatica a disfarci (“Non si sa mai” dice il nostro mantra interno), ma poi in realtà finiamo per non usarli per anni… Sarebbe bello riuscire a vivere con meno come filosofia di vita, penso ci godremmo tante cose in più. E mi ci metto dentro pure io, che dopo ripetuti furiosi decluttering, periodicamente mi rendo conto di aver accumulato tanto di nuovo, nonostante tutto! Ma è sempre un buon momento per ragionarci di nuovo, e magari condividere quel che a noi con serve con chi invece ne può fare un uso migliore.
Un caro saluto anche a te 🙂
Ciao Elisa, sono capitato per caso sul tuo interessante sito. Appassionato per i viaggi, cerco anch’io di muovermi in modo leggero. Di solito il mio bagaglio è già molto inferiore a quello di coloro che a volte viaggiano con me, ma mi accorgo ogni volta di tornare con almeno metà delle cose, vestiti o altro, ancora inutilizzati. Spesso tendiamo a preoccuparci eccessivamente e portiamo quello che “non si sa mai potrebbe essere utile”, ma ormai in quasi tutto il mondo si trova ciò che eventualmente potrebbe mancarci.
Per quanto riguarda la casa, non sono ancora riuscito a diventare minimalista, ma voglio cogliere i suggerimenti del tuo blog per intraprendere un salutare repulisti anche qui, e sono sicuro che ne trarrò grandi soddisfazioni.
Un caro saluto e buoni viaggi sempre!
Nicola
Ciao Laura,
ti ringrazio molto per il tuo commento. Soprattutto dopo gli ultimi due anni, credo che molti di noi abbiano sentito il bisogno di alleggerirsi di tante cose, non solo oggetti ma proprio di uno stile di vita diverso. Spero che anche per te una semplicità maggiore si accompagni a un nuovo senso di benessere. 🙂
Un abbraccio
Ciao Elisa, condivido in pieno i sentimenti che sei riuscita a scrivere in maniera così sublime.
Dei tuoi suggerimenti e consigli né farò tesoro in occasione dell’imminente viaggio di vacanza.
Mi hai dato ed è “arrivato” lo spunto giusto perché finalmente, al rientro dalla vacanza, possa iniziare a “semplificare” la mia casa piena di tanti oggetti conservati in tanti anni “in un’altra vita”.
Anch’io, da poco tempo, ho fatto mio il termine “alleggerire” in diversi ambiti.
Grazie.
Ciao Silvia, capisco quello che dici e sono molto d’accordo con te: anche io ho provato un senso di benessere dopo aver “semplificato” la mia casa e anche il mio modo di rapportarmi agli oggetti.
Anche io come te sono una grande fan delle borracce e delle borse in tela 🙂 mai senza, nemmeno in viaggio.
Mi ritrovo molto in quello che dici perché l’anno scorso, durante il primo lockdown, ho fatto un bel decluttering in casa, sbarazzandomi (regalando ad amiche o donando in beneficienza) le cose che stavano lì a prendere polvere nell’armadio. E mi ha fatto sentire meglio e ora è molto più facile prima di comprare qualcosa capire se mi serve realmente o no. D’accordissimo anche sul fatto di non comprare dalle catene di fast fashion. E ovviamente sono d’accordissimo anche su quello che hai scritto sul modo di viaggiare. Una cosa davvero piccolissima che aggiungo ma che sicuramente fai già: portare una borraccia da riempire da fontane/lavandini in modo da evitare di comprare le bottiglie di plastica.