Noto, cosa vedere nel “giardino di pietra” più emozionante della Sicilia
È una tappa immancabile di qualsiasi itinerario in Sicilia orientale e non per nulla è conosciuta come la capitale del barocco siciliano. Se state per visitarla, in questo articolo trovate un breve elenco di cosa vedere a Noto, con una selezione dei luoghi più interessanti. Ho deciso di raccontarveli attraverso aspetti curiosi legati ai posti più importanti del centro storico di Noto, che forse renderanno la città ancor più straordinaria anche ai vostri occhi.
Cosa vedere a Noto: 6 curiosità per innamorarsene
Come molti altri luoghi della Sicilia sud orientale, la città di Noto è indimenticabile per la sua architettura e le luci di cui si tinge al calar del sole. Chi di voi desidera conoscerla oltre le facciate barocche, scoprirà un paesaggio di storie, personaggi e caratteristiche uniche. A partire dall’urbanistica del centro storico, del tutto particolare. Iniziamo dunque da qui la nostra visita a Noto.

Visitare Noto e scoprire la sua storia fra le vie del centro
La prima cosa da fare a Noto è una passeggiata lungo la via principale, Corso Vittorio Emanuele. E proprio qui, all’inizio del percorso, voglio raccontarvi la prima curiosità, che vi aiuterà ad orientarvi fra le tante cose da vedere a Noto.
Insieme alla maggior parte delle città della Sicilia sud orientale (Modica, Ragusa Ibla e Siracusa), nel 1693 Noto fu rasa al suolo da un terremoto che distrusse tutti i centri abitati di quest’area. Però, a differenza degli altri paesi che furono ricostruiti negli stessi posti, Noto fu ricostruita circa 8 km più a valle rispetto a dove sorgeva il centro originario. I netini ridisegnarono la città a tavolino secondo uno schema sviluppato su tre vie parallele, la più importante delle quali è, appunto, Corso Vittorio Emanuele. Sul Corso si affacciano innumerevoli edifici religiosi e conventi: esso fu infatti concepito come la via del clero.
Qui risiedevano gli ordini religiosi più importanti (i francescani, le clarisse e le benedettine) e confluivano anche parte delle ricchezze della città: i conventi di Noto furono costruiti su terreni donati alla Chiesa dall’aristocrazia.
Anche alle famiglie nobiliari fu riservata una via ben definita del nuovo centro: Via Cavour, che corre parallela a Corso Vittorio Emanuele ed è la seconda via più importante. Ai suoi lati si trovano le sontuose residenze dell’aristocrazia netina.
Un po’ più in basso rispetto alle vie del potere religioso e temporale, risiedeva invece il popolo comune: Via Ducezio è infatti la terza via principale della città, anch’essa parallela a Corso Vittorio Emanuele.
La Porta reale o Porta Ferdinandea: benvenuti a Noto
La prima cosa da vedere a Noto è la Porta Ferdinandea, che segna l’ingresso in centro e dà un sontuoso benvenuto in città. La porta fu inaugurata nel 1841 in occasione della visita di Ferdinando di Borbone e rappresenta la fedeltà e la sottomissione di Noto al monarca delle Due Sicilie. I tre simboli raffigurati sulla Porta Ferdinandea hanno un significato curioso e interessante: la torre simboleggia la forza di Noto; il pellicano rappresenta l’abnegazione religiosa (questo animale infatti ha la caratteristica di strapparsi la pelle per nutrire la prole); il levriero, infine, indica la fedeltà di Noto al Regno.
Oltrepassata la Porta, si passeggia su Corso Vittorio Emanuele, in un susseguirsi di chiese e conventi, uno più scenografico dell’altro. La prima impressione che ho avuto arrivo è stata di non sapere dove guardare: ogni facciata e ogni edificio sono cesellati da un’infinità particolari.
La Cattedrale di Noto: curiosità sulla Basilica di San Nicolò
Facciamo un salto in avanti su Corso Vittorio Emanuele e raggiungiamo uno dei luoghi più importanti fra le cose da vedere a Noto: la cattedrale. In foto l’avrete vista più e più volte, immortalata immancabilmente al tramonto, quando la sua facciata si tinge di un colore dorato.
La Cattedrale di Noto nasconde una vita piuttosto travagliata, tant’è che i netini hanno a lungo creduto che la chiesa fosse “maledetta”. Costruita nel 1700 dall’architetto Rosario Gagliardi, la storia della Cattedrale di Noto è stata segnata da tre gravi crolli: uno nel ‘700, uno nel 1844 e l’ultimo nel 1966, quando oltre alla cupola crollò anche buona parte dell’edificio. La cosa curiosa è che durante il rifacimento più recente si capì finalmente cosa aveva determinato anche i crolli precedenti. Non furono né delle infiltrazioni d’acqua né i frequenti terremoti a farla cadere, come si era ipotizzato, ma un difetto della costruzione originaria. Le colonne delle navate erano state riempite con pietre di fiume, smussate dall’acqua: rese sempre più instabili dai frequenti movimenti tellurici, furono queste a determinare l’ultimo fatale crollo.
San Nicolò e San Corrado, i due santi della Cattedrale di Noto
Un’altra cosa curiosa da scoprire nella Cattedrale di Noto è legata a San Corrado, figura che spesso ruba la scena a San Nicolò, il vescovo di Myra a cui è intitolata la chiesa. Nella Cattedrale infatti molti fedeli vengono a rendere omaggio a San Corrado Confalonieri, personaggio molto caro ai netini, al punto che praticamente in ogni famiglia della città c’è almeno una persona che porta il nome di Corrado o una Corradina. Originario di una famiglia benestante di Piacenza, il santo si ritirò a vita da penitente proprio a Noto nel 1300 circa, in seguito ad un episodio spiacevole. Durante una battuta di caccia deludente, Corrado Confalonieri aveva causato un incendio nei boschi di Piacenza, appiccando il fuoco ad alcune sterpaglie per far uscire gli animali. Avendo causato la morte di numerose persone che vivevano nelle capanne del posto e essendosi pentito del proprio gesto d’ira, Confalonieri lasciò Piacenza e si trasferì in Sicilia, dove si votò alla Chiesa e compì molti miracoli. Morto a Noto nel 1350, la sua urna fu portata nella Cattedrale di Noto nel ‘700. La sua storia è raffigurata sul portale di accesso alla chiesa.
Palazzo Nicolaci, dimora dei pescivendoli più ricchi di Noto
Un altro posto imperdibile da vedere a Noto è Palazzo Nicolaci, importante simbolo della città e del tardo barocco siciliano. La storia di questo palazzo è, fra tutte, quella che mi ha affascinata di più.
La famiglia Nicolaci in epoca settecentesca era una delle più ricche della zona: gestiva tutte le tonnare del sud della Sicilia, da Portopalo di Capopassero a Siracusa. Inoltre furono proprio i Nicolaci a costruire la tonnara di Marzamemi, che prima di diventare uno dei luoghi più “instagrammabili” della Sicilia era un borgo dove lavoravano i pescatori. Eppure i Nicolaci per lungo tempo non furono considerati dei nobili. Essi non potevano vantare origini aristocratiche: erano pescivendoli (pisciari), gente che per vivere lavorava, perciò non ammissibile nella classe gentilizia.
Pur essendo uno dei luoghi più belli da vedere a Noto, il loro palazzo non si trova in Via Cavour, la via dei nobili, né tantomeno lungo Corso Vittorio Emanuele. Palazzo Nicolaci sorge su una strada perpendicolare fra le due vie, a metà fra i due centri di potere di Noto. All’epoca infatti fu loro negato il permesso di costruirlo con la facciata rivolta su Via Cavour. Costruendo un’abitazione così sontuosa, i Nicolaci vollero trasmettere un messaggio agli aristocratici netini: ovvero che essi, pur non avendo titoli nobiliari, avevano così tanto denaro da poter costruire il palazzo più bello della città. Tanto da diventare poi uno dei più alti esempi di architettura tardo barocca.
Il dettaglio più vistoso di Palazzo Nicolaci è costituito dalle mensole decorate sulla parte inferiore dei balconi, che nello stile tardo barocco servivano per comunicare qualcosa ai passanti. Ad esempio, le figure femminili con il seno scoperto e la cornucopia simboleggiano la ricchezza della famiglia; i cavalli alati rappresentano la libertà; i leoni la forza e l’intraprendenza. Infine, l’ultima mensola in prossimità di Via Cavour raffigura dei mostri, che avevano il compito di allontanare il malocchio e le invidie delle famiglie aristocratiche che tanto disprezzavano le loro “umili” origini.
ℹ️ L’infiorata di Noto
Via Corrado Nicolaci è anche la strada dell’infiorata, un evento che si svolge il terzo weekend di maggio e credo davvero sia una cosa imperdibile da vedere a Noto se vi trovate là in quel periodo. La strada infatti viene interamente ricoperta da disegni realizzati con torba e petali di fiori.
I conventi di Noto, luoghi di storie nascoste e inaspettate
Il centro storico è disseminato di conventi così riccamente ornati che si potrebbero facilmente confondere con palazzi laici o aristocratici. Fra i luoghi più interessanti da visitare a Noto ce ne sono almeno tre che meritano una menzione: il Convento delle Clarisse, all’epoca il più prestigioso della città, il Monastero delle Benedettine, a fianco alla Basilica del SS. Salvatore, e il Collegio dei Gesuiti. Io ho visitato i primi due e grazie alla guida che ci ha accompagnati ho scoperto in essi storie e ambienti toccanti.
I conventi avevano un ruolo fondamentale nella società netina del Settecento: allora vigeva la regola del maggiorascato, che consentiva solo al primogenito delle famiglie aristocratiche di sposarsi per portare avanti il titolo nobiliare mantenendo unito il capitale di famiglia. Gli altri figli erano destinati, volenti o nolenti, alla vita monastica. E siccome a Noto di casate nobili ce n’erano oltre un’ottantina, i conventi furono costruiti per dare loro una dimora e tenerli vicini alle famiglie di origine. I conventi furono edificati su terreni donati alla chiesa dai nobili e in più ogni novizio portava con sé una dote da donare all’ordine, usanza che chiaramente favoriva buone relazioni fra aristocrazia e clero. Ma è probabile che fra i giovani novizi ci fosse ben poca vocazione alla clausura. Forse essi guardavano con nostalgia alla vita oltre le grate affacciate su Corso Vittorio Emanuele, le stesse inferriate narrate da Giovanni Verga e riprese da Zeffirelli.
“Storia di una capinera” e le gelosie di Noto
Quando si parla di cosa vedere a Noto e dei suoi conventi è inevitabile citare l’opera di Giovanni Verga e il film di Zeffirelli, che girò alcune scene di “Storia di una capinera” proprio qui. Il romanzo narra la storia di Maria, giovane condannata alla vita di clausura. Il padre aveva sposato in seconde nozze una donna con una figlia di età maggiore, che di conseguenza era diventata primogenita. E destinata a sposare (con un matrimonio combinato) proprio l’uomo di cui era innamorata Maria. Di questa vicenda sono celebri alcune scene girate a Noto, in cui la ragazza osserva la sorellastra insieme al suo amato dalle inferriate del convento (che si chiamano gelosie), provando un’enorme sofferenza per la vita che le era stata portata via. Visitando Convento delle Clarisse vi renderete conto delle condizioni di vita delle monache, che trascorrevano tutta la loro esistenza fra quelle mura.
Curioso infine come le grate alle finestre degli edifici monastici si chiamino gelosie: un termine che sembra sia stato coniato in passato a causa della gelosia dei mariti, che così facendo permettevano alle proprie donne di guardare il mondo fuori casa, tenendole lontane dalla vista degli estranei.
Freebie da scaricare 😍
Risorse utili per un viaggio in Sicilia
In tema di parentesi letterarie, vi invito a iscrivervi alla newsletter per scaricare alcune risorse utili per un viaggio in Sicilia (e non solo).
Nell’Area Download riservata agli iscritti ci sono approfondimenti di viaggio, fra cui una selezione di letture esplorative per conoscere la Sicilia e organizzare il vostro itinerario di viaggio in Sicilia orientale.
Perché gli edifici di Noto hanno un colore dorato al tramonto
L’ultima curiosità è legata al soprannome “la città d’oro”. Un particolare di cui ci si accorge visitando Noto è che chiese e palazzi sono di color miele, e al tramonto si tingono di quelle tonalità dorate che le danno un tocco così speciale. Il fenomeno è dovuto alla pietra calcarea con cui sono costruiti gli edifici, bianca in origine, ma diventata di colore gallino tendente al rosa con il passare del tempo. Per apprezzare al massimo la magic hour, vi suggerisco quindi di non visitare Noto in un giorno e basta, ma di pernottare in città. Salite su una delle terrazze panoramiche dei palazzi o conventi e aspettate lì mentre il crepuscolo scende sul centro storico.
Cosa fare a Noto di sera
Il centro storico di Noto è molto animato durante le serate estive. Dopo il tramonto, la maggior parte dei turisti si riversa sulle vie principali, dove non mancano i locali all’aperto e qualche concerto. Se volete visitare Noto in alta stagione, vi suggerisco di prenotare la cena con anticipo: i ristoranti non sono molto grandi e l’attesa può diventare lunga.
Un’altra cosa da fare a Noto la sera è passeggiare in centro armati di macchina fotografica: al calar del sole la città si illumina come una scenografia teatrale. Le decorazioni di ogni facciata prendono vita, ci si può perdere per ore a osservarne i particolari.
Dove dormire a Noto
Quando abbiamo organizzato il nostro viaggio fai da te in Sicilia orientale (in agosto) abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare un hotel a prezzi ragionevoli nel centro storico di Noto — dove, se possibile, vi suggerisco di pernottare. Personalmente ho trovato di scarso interesse le zone esterne al centro; le cose più belle da fare e da vedere a Noto sono in centro storico.
Altre info utili per visitare Noto in Sicilia
Se viaggiate in Sicilia con i mezzi pubblici, il mezzo più comodo per raggiungere Noto è il bus, che si ferma nel piazzale vicino al Parco Comunale di Noto, a due passi dal centro. La stazione dei treni invece è a 1,5 km dal centro (15 min a piedi). Appena arrivati in città, potete procurarvi gratuitamente una mappa di Noto all’Ufficio del Turismo (vicino a Palazzo Ducezio).
Cosa vedere nei dintorni di Noto
Noto si trova in un’area ricca di cose da vedere nei dintorni. Chi si muove con i mezzi pubblici può dirigersi verso Siracusa e l’isola di Ortigia, oppure verso Modica e Ragusa Ibla. Se invece avete l’auto, potete andare verso la costa ed esplorare la Riserva Naturale di Vendicari, le cittadine di Marzamemi, Portopalo di Capopassero o Pachino.
Spero che questo articolo vi sia stato utile per il vostro viaggio. Se state già pensando di preparare le valigie vi invito leggere l’articolo su come organizzare un viaggio fai da te: 10 suggerimenti pratici per partire senza troppi pensieri.
2 commenti
Ciao Carmen,
scusa se rispondo in ritardo al tuo commento ma ero in viaggio 🙂
Mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato gli articoli del mio blog, spero ti siano stati utili per le tue vacanze.
Un abbraccio!
Elisa Malisan mi dato modo di avere su Noto e Ragusa interessanti notizie, informazioni e curiosità. Ho apprezzato molto anche la chiarezza espositiva. Complimenti e grazie per la disponibilità
Carmen