Verde. Silenziosa. La Val Saisera è una delle valli più lussureggianti delle Alpi Giulie. Delimitata dalle pendici dello Jof di Montasio e dello Jof Fuart, segnata dallo scorrere del Torrente Saisera, l’omonima valle è un manto verde ai confini della Val Canale, poco distante da Malborghetto, Ugovizza e Valbruna, i paeselli più vicini. Ci troviamo nel cuore delle Alpi, fra le vette più imperiose a est del Friuli-Venezia Giulia. Nella foresta millenaria di Tarvisio si snoda un percorso facile: il sentiero degli alberi di risonanza, conosciuto anche come Saisera Wild Track, o Forest Sound Track. È il posto che vi consiglio per una giornata lontano dagli impegni. E dove, se ne avete la possibilità, potreste fermarvi un paio di giorni per un contatto totalizzante con la natura, magari fermandovi a dormire in una mini casa al limitare del bosco. Ma di questo parleremo dopo. Allacciamo le scarpe e iniziamo il percorso.


Dove si trova la Val Saisera e come arrivare
- La Val Saisera si trova a poco più di 15 km da Tarvisio (UD).
- Indicazioni stradali: autostrada A23, uscita Malborghetto-Valbruna. Arrivati a Ugovizza, proseguire in direzione Valbruna. Superato il paese, si arriva in pochi minuti sulla strada che attraversa la Val Saisera, nei pressi del sentiero.
- Dove lasciare l’auto:
- Valbruna, vicino all’Hotel Saisera: se volete fare il percorso di 11 km.
- Parcheggi (a pagamento) P2 o P3 in Val Saisera per i percorsi più brevi (da Agriturismo Prati Oitzinger o Locanda Montasio).
- Il punto di arrivo del Saisera Wild Track è nei pressi del Parcheggio P3.
- In inverno il costo giornaliero del parcheggio è di 6 € per ciascuna auto.
- Mappa del Saisera Wild Track: mappa Tabacco 019, Alpi Giulie Occidentali – Tarvisiano, sui cui sono segnati anche i percorsi del Parco tematico della Grande Guerra.
- Lunghezza del sentiero Saisera Wild Track:
- Da Valbruna: 11 km, 200 m D+, 4 ore abbondanti
- Da Agriturismo Prati Oitzinger: 5,5 km, 2 ore (P2)
- Da Locanda Montasio: 4 km, 1 ora e mezza (P3)
- Difficoltà: facile
- Quando andare: tutto l’anno. In inverno il percorso è diverso da quello estivo (ben indicato) e si può andare sia con le ciaspole che con gli scarponi; ci sono inoltre due piste da sci di fondo, gratuite.
- Consigli: in Val Saisera il sole cala presto dietro le montagne, quindi specialmente in autunno-inverno è meglio andare a camminare al mattino, quando la valle è assolata. Se invece cercate sollievo dalla calura estiva, la apprezzerete particolarmente perché anche in estate fa fresco.
Saisera Wild track: il sentiero degli alberi di risonanza (in estate, o sulla neve)
Escursione estiva in Val Saisera
Si cammina fra gli abeti rossi del Saisera Wild Track, circondati da una natura antica. Percorrendo il sentiero degli alberi di risonanza sembra di attraversare un libro di storie, raccontate dai cerchi degli alberi e dallo spessore dei tronchi. Da Valbruna al punto di arrivo del Forest Sound Track e ritorno, sono 11 km. Il sentiero è facilissimo. Si lascia l’auto in paese o in uno dei parcheggi della Val Saisera e si cammina con calma sul percorso in piano, segnato punto per punto dai cartelli. Non serve nemmeno la mappa. Il sentiero attraversa in prevalenza il bosco, dove qua e là ci sono statue in legno e pannelli illustrativi che raccontano le particolarità di questa foresta.

Non ci sono salite impervie da affrontare, né vette da raggiungere. Si cammina senza nemmeno preoccuparsi troppo dell’itinerario, che in alcuni tratti si interseca con i sentieri della Grande Guerra (ne parliamo più avanti). Terminato il giro o, perché no, anche durante la passeggiata, ci si può fermare ad assaggiare i piatti locali in uno degli agriturismi della valle.
Tutto qui? Sì, tutto qui. Una giornata senza orologio.
Saisera Wild Track in inverno: in Val Saisera sulla neve
Freddo. Bianco. In Val Saisera l’inverno è quello vero che ci immaginavamo da bambini. Il termometro scende a -10 °C e oltre senza inciampare; senza i guanti le mani sono inutili, la sensazione del tatto scompare in pochi minuti. Ma.
Ma la Val Saisera in inverno è una fiaba sotto zero. Gli alberi piegati dalla neve sono sculture, ci si domanda come riescano a sorreggere tanto peso. Ci si aspetta di vedere sbucare Olaf da un sentiero, con il viso raggiante.

Si parcheggia a Valbruna o in uno dei parcheggi della valle (a pagamento) per una gelata avventura sul percorso invernale Saisera Wild Track. Durante la stagione fredda il sentiero segue un cammino diverso: piste battute si fanno largo tra la neve, attraversando il letto del torrente e il bosco, dove il paesaggio incanta. Si cammina facilmente anche senza ciaspole, scarponi da montagna e ramponcini sono sufficienti.
Chi le ha, si può addentrare nel manto bianco, anche se pare quasi un peccato uscire dal sentiero e lasciare le proprie orme su quel candore.

L’escursione invernale sul Wild Track della Val Saisera è lunga circa 11 km, ben segnalata e molto godibile anche per chi non ha familiarità con le camminate al freddo. L’importante è coprirsi bene, molto bene, perché da ora di pranzo in poi il sole scende e in ombra il gelo non s’impietosisce. Ma camminando al sole il corpo si rinfranca, il paesaggio attenua lo sconforto del freddo. Il cielo è sgombro e ampio e azzurro come solo in montagna si vede. L’aria di cristallo. Il viso si stende, sgombro anch’esso.
Gli alberi di risonanza del Forest Sound Track
Il sentiero degli alberi di risonanza, indicato dai cartelli come Forest Sound Track, vi porta nella foresta dove crescono abeti rossi dalle caratteristiche uniche. I tronchi sono usati dai liutai per creare strumenti musicali di qualità eccellente. Qui Gian Battista Morassi, liutaio friulano di fama mondiale, veniva a scegliere personalmente gli alberi con cui avrebbe costruito gli strumenti: violoncelli, chitarre, e violini naturalmente. Insieme all’amico boscaiolo Bruno Deotto, egli aveva scoperto questa zona della foresta (dove si trova “il migliore abete rosso di risonanza al mondo”) negli anni Cinquanta. Sono poche infatti le foreste dove crescono alberi di tale perfezione, cresciuti in modo lento e regolare, senza nodi.
Nel cuore del bosco il percorso si sovrappone in parte anche con i sentieri del Parco Tematico della Grande Guerra (Abschnitt Saisera). All’epoca territorio dell’Impero Asburgico, i militari austroungarici stabilirono in questa zona delle linee difensive per impedire l’avanzata degli italiani.


La foresta millenaria di Tarvisio: altri sentieri dalla Val Saisera
La Foresta di Tarvisio è antichissima, secondo le testimonianze storiche fu citata per la prima volta in un documento del 1006. Qui si sviluppò un importante commercio di legnami destinati alla Repubblica di Venezia. Oggi la zona di Tarvisio e la Val Saisera sono territori molto apprezzati da escursionisti esperti e non: dalla Val Saisera si può scegliere fra tanti sentieri attraverso la foresta e fino in cima (Jôf, in friulano) alle vette più importanti della zona. Ve ne segnalo alcuni:
- Da Malga Saisera (parcheggio P6) si sale fino al Rifugio Grego e poi sullo Jof di Somdogna (livello escursionistico, 847 m D+, 4 ore circa, 11 km).
- Da Malga Saisera partono diversi percorsi che conducono in cima allo Jof di Montasio (percorsi livello EE e vie ferrate).
- Da Malga Montasio si può andare al Rifugio Pellarini, anticamera per la cima dello Jof Fuart o per la Cima del Cacciatore. Ma se preferite, potete fermarvi anche qui, il rifugio è bello e la camminata pure. Dall’Agriturismo Prati Oitzinger al Rifugio Pellarini (1499 m) e ritorno sono circa 7,5 km di cammino, 683 m D+.
- Da Camporosso (Val Canale) si raggiunge il Santuario del Monte Lussari (funivia o percorso a piedi, 970 m D+).
- Sempre da Camporosso in Val Canale, vi suggerisco una camminata facile in Val Bartolo, particolarmente bella in inverno e in piena estate.


Per altre escursioni sulle Alpi Giulie vi consiglio la guida “Alpi e Prealpi Giulie. 35 escursioni sulle montagne del Friuli orientale” di Odos Libreria Editrice. Questo editore friulano ha realizzato una guida magnifica, piena di consigli e indicazioni sulle camminate più belle della zona. Con carte Tabacco di tutti i percorsi inserite nel libro.
- Altri suggerimenti per delle escursioni in montagna in Friuli: in questo articolo ci sono quelle estive, e in quest’altro quelle invernali nella zona di Tarvisio.
- I Laghi di Fusine, passeggiata intorno ai laghi alpini più belli della regione
- E per chi ha voglia di salire, trekking dai Laghi di Fusine al Rifugio Zacchi
Dormire in Val Saisera in una casa nella natura
Se volete fare un’esperienza immersiva nella natura, le Alpi Giulie sono il luogo ideale. Noi ne abbiamo vissuta una totalizzante proprio in Val Saisera: dormire nella tiny house ecologica di Friland al limitare della foresta. Due giorni circondati dal silenzio e dai soli rumori del bosco e dei suoi abitanti.
Dopo aver percorso il sentiero degli alberi di risonanza ci siamo fermati a dormire nella mini casa, abbiamo osservato le ombre allungarsi dalle montagne e dipingere la notte più profonda, quella che ormai si riesce a vedere solo nel cuore della foresta. Se vi incuriosisce l’idea e magari anche voi vorreste scappare dalla città per un paio di giorni da queste parti, andate a leggervi l’articolo sulle stanze nella natura di Friland. Prometto che non rimarrete delusi.

Una pausa nella natura in Val Saisera
Infine, qualche impressione un po’ più intima per raccontarvi perché amo tanto la Val Saisera. Camminare nei boschi, nessuno nei dintorni. Senza fretta, fermandosi a leggere e ascoltare. Silenzio. In un giorno infrasettimanale di inizio autunno ci sono solo i primi segni della stagione che cambia. Foglie cadute senza che nessuno le abbia ancora calpestate. Chiazze di luce accendono chiazze d’oro sul terreno. Ai piedi dell’abete rosso intitolato a Bruno Deotto, uno sdraio in legno invita a stendersi per contemplare la foresta e respirare. Quando si alza il vento ci si tira su, infreddoliti dall’aria frizzante, e si prosegue.

Poco più avanti, il Saisera Wild Track incontra uno dei percorsi della Grande Guerra. Avamposti, bunker, fortini. Il contrasto fra guerra e natura sa di oltraggio. Nel tempio degli abeti rossi, dei faggi e degli abeti bianchi, camminare intorno a testimonianze di bruttura umana stride, ma rinfresca la memoria. La natura si è parzialmente riappropriata dei bunker, coprendoli di radici e muschio. L’odore del bosco predomina. In certi punti gli alberi si fanno più fitti, più alti e più vecchi. Qualche cartello ne svela l’età.
Pare un santuario, in questo bosco. Ci si sente piccoli fra le sue colonne, si percepisce la forza della foresta, capace di purificare dalle preoccupazioni e dal logorio di tutti i giorni.
Che altro aggiungere? Forse nulla.
Meglio preparare lo zaino e andare.
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