Visita guidata fra leggende e storia di Trieste
La storia di Trieste è articolata e complessa, come quella della maggior parte delle città portuali e di confine. La possibilità di partecipare a una visita guidata serale, per addentrarsi un po’ nella storia di Trieste Cittavecchia e delle leggende che fanno da sfondo ad alcuni luoghi storici è un’opportunità da non perdere.
È questa una delle iniziative culturali promosse dal blog (e gruppo Facebook) Trieste Arcana, con cui abbiamo partecipato ad una visita di Trieste durante una calda serata estiva.
Un tour di un’ora e mezza da Cavana a San Giusto, per poi scendere verso Piazza Barbacan ascoltando piacevolmente la guida turistica Francesca Pitacco e l’amica blogger Lisa Deiuri, autrice del blog ed esperta di leggende triestine.
Trieste è una città che affascina non solo per i suoi luoghi dell’arte, come il magnifico Museo Revoltella e il Museo d’Arte Orientale Trieste, ma anche per il suo spirito libero, ereditato da secoli di attività portuali, relazioni commerciali e… attività licenziose.
Cittavecchia Trieste e Cavana: il cuore popolare della città (fra bordelli e fantasmi)
La visita guidata a Trieste inizia in Piazza Cavana, nel borgo Cittavecchia. Un tempo popolata di botteghe, caffè e ristoranti, in quest’area si è sviluppato il cuore popolare della città… e anche quello più lascivo.
Fino al secondo dopoguerra Cavana e Cittavecchia pullulavano di case chiuse, frequentate da uomini di ogni ceto sociale e nazionalità. Fra essi, si narra che anche James Joyce amasse intrattenersi in queste zone, in particolare nella famosa casa di tolleranza “Il metro cubo”.
All’ombra di questo passato a luci rosse, in giro per Cavana camminava anche la leggenda di una giovane sarta, Ninetta.
Ninetta per scommessa aveva rubato un pezzettino di veste ad una giovane ragazza morta, che riposava nella cappella mortuaria di San Giusto. Risvegliato dal furto, il fantasma della donna era andato a reclamarlo a casa della poveretta, nel borgo di Cavana, che per liberarsene fu costretta a ricucire il lembo al suo posto.
La Cattedrale di San Giusto, fra leggende e storia di Trieste
La Cattedrale di San Giusto è il luogo simbolo della città e della storia di Trieste. Le sue origini sono datate al I secolo d.C., quando in epoca romana fu costruito un propileo che fungeva da ingresso ad un tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva. I resti di questa antica costruzione si possono ancora cogliere nella struttura attuale, risultato della fusione tra due chiese medievali, quella dedicata a San Giusto, patrono della città, e una chiesa adiacente.
Attorno alla Cattedrale e alle vie che conducono in cima al colle ruotano alcune leggende, fra cui quella dello storico dell’arte Winckelmann, rimasto ucciso a Trieste in circostanze misteriose — forse per mano di un pregiudicato che voleva derubarlo di pochi soldi, o forse durante una tresca omosessuale particolarmente cruenta.
Dopo la sua morte fu costruita una tomba commemorativa all’interno della Cattedrale di San Giusto, dove ora riposerebbe in pace… Ma in realtà la storia di Trieste dice che il suo corpo non fu mai ritrovato e che la sua tomba sia vuota.
La Rotonda Pancera e la massoneria triestina
Un edificio dalla facciata sorprendente e dall’aura misteriosa: la Rotonda Pancera, ai piedi del Colle di San Giusto, sarebbe stata testimone della massoneria nella storia di Trieste.
Questa costruzione dalla forma circolare, costruita all’inizio dell’Ottocento per volere di Domenico Pancera, un magistrato, colpisce soprattutto per la sua eleganza chi non ne conosce i retroscena vagamente inquietanti.
Si dice infatti che la Rotonda Pancera abbia avuto un ruolo centrale nello sviluppo della massoneria a Trieste e che sia stata luogo di incontro dei suoi esponenti fino al 1820, quando l’edificio fu chiuso dalla polizia austriaca.
Essendo tuttora di proprietà privata, la Rotonda Pancera langue decadente all’angolo fra Via Felice Venezian e Via San Michele, inutilizzata e avvolta da un’ombra di sfortuna.
Osterie e fantasmi in Piazzetta Barbacan
Oggi centro della movida triestina, l’area di Piazzetta Barbacan è stata storicamente uno dei luoghi goliardici della storia di Trieste.
Sede di numerose osterie e bordelli, frequentati da triestini e stranieri che trascorrevano le serate facendo bisboccia, Piazza Barbacan aveva destato le preoccupazioni dello psichiatra Pierluigi De Canestrini. Il medico all’inizio del Novecento decise di creare all’interno dell’Ospedale maggiore di Trieste un’area per far passare la sbronza (“la bala”) ai numerosi ubriachi che finivano la nottata.
La divisa ospedaliera data in prestito ai pazienti per riprendersi ha dato origine a una nota canzone popolare triestina “E cò capita el primario”, chiamata anche “L’inno dei matti”, perché l’ospedale era di fatto… un manicomio.
Nei pressi di Piazza Barbacan, dove si trova l’Arco di Riccardo, aleggia anche la leggenda di una dama bianca, che era solita aggirarsi in Piazza e spariva ogni volta che qualcuno tentava di avvicinarla.
La storia racconta che un cantante lirico di passaggio, infatuatosi della dama, tentò più volte di guardarle il viso, inseguendola fino a San Giusto per tre notti di seguito, dove puntualmente la dama si dileguava nei pressi del cimitero.
Lo spin-off divertente della storiella racconta che una coppia di gestori di un’osteria se la ridesse ancora a distanza di vent’anni, ricordando la lunga veste bianca che lei indossava da giovane per deridere gli avventori della piazza e lo sventurato cantante.
Terminata la visita guidata proprio in questa piazza, è ora di fermarsi per uno spritz bianco (rigorosamente con una fetta di cetriolo) e godersi il resto della serata. 🥂🌙
Info per visitare Trieste
Se volete visitare Trieste, per la parte storico-culturale e letteraria vi segnalo una valida guida cartacea che mi ha accompagnata varie volte in città, ovvero “Trieste. Una guida” della casa editrice Odòs.
Per tuffarvi invece in un viaggio fra le leggende di Trieste e dintorni, potete invece contattare Trieste Arcana, che periodicamente organizza delle visite con una guida turistica della zona e l’autrice del blog, Lisa Deiuri.
Le visite sono gratuite (su prenotazione), con offerta libera al termine del percorso.
2 commenti
Ciao Marina, sì è proprio vero, questa è stata una visita a Trieste decisamente inedita e super interessante!
Trieste è una città davvero affascinante nella quale convivono tante anime. Quest’anima nera che racconti in questo post per me è decisamente inedita! Hai raccontato cose davvero particolari che in una visita “normale” della città sicuramente non verrebbero mai in luce!