L’isola di Maiorca è la maggiore delle Baleari, conosciuta dalla maggior parte dei viaggiatori per le sue spiagge magnifiche e il mare turchese. Tuttavia è ben più di questo. Di cose da vedere a Maiorca ce ne sono moltissime, soprattutto se volete fare un viaggio fuori dalle rotte turistiche più frequentate. È un’isola fatta di spiagge e montagne, vento e campagne, borghi tranquilli e litorali affollati. In questo articolo vi racconto molti lati inaspettati di Maiorca. L’isola infatti è stupenda dal punto di vista naturalistico: la Serra de Tramuntana, la catena montuosa sul lato nord occidentale, è un paradiso per le passeggiate e i trekking nella natura. Per non parlare dei pueblos disseminati fra le montagne e nell’entroterra pianeggiante, veri gioielli per chi ama la tranquillità dei piccoli borghi storici.
In questo articolo su cosa vedere a Maiorca voglio portarvi insieme a me alla scoperta di una destinazione sorprendente quanto (talvolta) sottovalutata, lontano dal turismo di massa, dai litorali imbruttiti dal cemento. A Maiorca si possono trovare pace, lentezza e contatto con la natura. Le spiagge non possono (non devono!) mancare, vi racconterò anche di quelle, ma non ci resteremo troppo a lungo: c’è tanto altro da scoprire. Se riuscite ad andarci in tarda primavera, poi, avrete per voi il periodo più bello dell’anno: meno affollato, clima fresco e tutti gli alberi in fiore. Noi ci siamo stati a fine aprile-inizio maggio; si è rivelata un’ottima scelta.
Palma di Maiorca
Iniziamo da Palma di Maiorca, il capoluogo dell’isola. E facciamo anche una precisazione: Palma è la città principale dell’isola, che si chiama (solo) Maiorca, anche se molti usano l’espressione “Palma di Maiorca” per indicare l’intera isola.
Il capoluogo può vantarsi di molti luoghi interessanti: il primo da visitare a Palma di Maiorca è La Seu, la cattedrale di Palma, monolitica costruzione in stile gotico che sembra celare dietro la propria imponenza tutti i segreti della città vecchia. Le dimensioni della Seu sono enormi, la si vede già da lontano avvicinandosi a Palma di Maiorca in auto. Edificata nel punto in cui era sorta la moschea principale dell’isola durante il dominio arabo, la cattedrale è maestosa sia all’esterno sia all’interno. Vi consiglio di visitarla con l’audioguida e ascoltare la storia delle sue trasformazioni nei secoli, a cui contribuirono anche Antoni Gaudì e Miguel Barceló.
📌 Su Get Your Guide si possono prenotare i biglietti per la Cattedrale di Palma.


A due passi dalla Cattedrale, il Palazzo de l’Almudaina, antica fortezza araba poi trasformata in residenza ufficiale dei reali di Spagna (biglietti online su Get Your Guide). A me ha fatto un po’ riflettere come anche a Maiorca la cacciata degli mori sia stata seguita dal tentativo di cancellare il loro passaggio. Un tentativo peraltro quasi del tutto riuscito: nulla è sopravvissuto alla ricostruzione cristiana di Palma di Maiorca, se non i Bagni Arabi, a pochi minuti dalla Seu. Si tratta di due piccole sale termali (il calidarium e il tepidarium), un tempo probabilmente parte di una residenza privata con giardino interno.
Continuando a parlare di cosa vedere a Palma di Maiorca, secondo me è interessante fare una passeggiata nelle zone Sa Portella e Sa Calatrava, fulcro del centro storico proteso verso il mare, e su Passeig del Born, tra alberi di platano e palazzi storici eleganti, alcuni trasformati ora in boutique di un certo livello. A mio parere le aree più caratteristiche e affascinanti della città sono qui, dove affondano le radici di Palma de Maiorca. Il centro storico poi è un susseguirsi senza sosta di chiese, gallerie e luoghi di cultura. Le piazze sono vivacemente animate di caffè e locali, i palazzi custodiscono preziosi patio, lascito delle famiglie aristocratiche di Palma. La parte del centro che si sviluppa verso nord è bella, pulita, elegante, vivace anche in bassa stagione, perché tutti prima o poi passano di qui.
Anche il mare è a un tiro di schioppo: Playa de Palma è lunga e ben attrezzata, offre ai viaggiatori ogni tipo di intrattenimento balneare e mondano. Ma di spiagge, parleremo meglio in seguito. Continuiamo il nostro viaggio fra i posti più belli da vedere sull’isola di Maiorca.
La Serra de Tramuntana: piccoli borghi e natura selvaggia
Una delle zone più interessanti da vedere a Maiorca è la parte occidentale, dove si stende la Serra de Tramuntana, catena montuosa capace di conquistare con la sua natura travolgente e i borghi fra le montagne. È un paradiso per chi ama l’escursionismo e le cittadine tranquille. La catena montuosa di Maiorca percorre il lato occidentale dell’isola da sud a nord. Le sue alture si tuffano nelle acque del Mediterraneo creando scenari dirompenti fra terra, mare e vento. Inserita fra i patrimoni Unesco di Maiorca, la Serra de Tramuntana è attraversata da una strada tortuosa e panoramica (la Ma-10): vi suggerisco di percorrerla noleggiando un’auto, in modo da poter fare qualche tappa nei paesini arroccati fra colline orlate di pinete, ulivi e agrumeti.
La Serra de Tramuntana custodisce infatti alcuni fra i luoghi più imperdibili di Maiorca, innanzitutto le cittadine medievali di Deià, Valldemossa, Sóller e Pollença (ne parliamo fra poco). Per non parlare dei percorsi naturalistici, la maggior parte dei quali alla portata sia di camminatori esperti sia di chi vuole approfittare di una vacanza per rimettersi in moto. Fra le escursioni più belle vi segnalo quella sull’isola di Sa Dragonera, all’estremo sud di Maiorca; i sentieri intorno a Deià e fino all’omonima cala, una baia turchese ricca di promesse; la salita sul Puig de l’Ofre, un trekking più impegnativo ma indimenticabile il panorama sulla montagna più alta della Serra de Tramuntana e i laghi Cúber e Gorg Blau, in lontananza.

E come non citare la strada panoramica di Sa Calobra e il trekking lungo il Torrent de Pareis, un canyon scavato dalle acque del torrente prima di tuffarsi nel Mediterraneo. Ne parleremo meglio in un prossimo articolo (meritano molto più di un breve cenno!), ma intanto segnatevi questi spunti fra le cose da vedere a Maiorca.
Articolo di approfondimento su come muoversi a Maiorca: autonoleggio, mezzi pubblici o escursioni semi-organizzate.
Valldemossa
Costruito su una collina circondata da oliveti e boschi verdeggianti, il pueblo di Valldemossa non manca in nessun elenco su cosa vedere a Maiorca. Il suo centro ispira suggestioni d’altri tempi che si aggirano fra le vie acciottolate, le dimore storiche e le ville eleganti circondate da piccoli giardini. Il cuore della cittadina ruota intorno alla Real Caruja de Valldemossa, grande monastero ed ex residenza reale diventato famoso anche perché Chopin e la compagna George Sand vi trascorsero l’inverno del 1838-39. Nonostante essi non avessero apprezzato particolarmente il soggiorno, ancor oggi Valldemossa li celebra con grandi onori ed eventi.


Nonostante i turisti non manchino, anzi, a Valldemossa si riescono a trovare anche angoli di tranquillità. Vi suggerisco di fare una passeggiata fra le stradine residenziali ai margini del centro, incorniciate da piante e balconi fioriti. E se e ad un certo punto vi vien voglia di un dolce, fate tappa al Forn Ca’n Molinas e ordinate una tipica ensaïmada o la coca de patatas. Delizie da non perdere: è una delle più antiche pasticcerie della zona.
Deià
Abbracciato da terrazzamenti coltivati con olivi centenari e piante da frutto, il paese di Deià profuma di limoni in fiore. Deià per me è uno dei luoghi più belli di Maiorca, dove fermarsi a dormire per qualche giorno prima che il turismo di massa lo travolga. A Deià il ritmo quotidiano è ancora lento, non sembra esserci la frenesia del “fare” che caratterizza invece le grandi città. Si può soggiornare in un B&B affacciato sulla valle da cui al mattino presto echeggia il Torrent Major, scendere in paese a comprare un panino fatto sul momento dalla signora del piccolo supermercato del paese. Lei prepara anche il caffè per asporto, vende tabacchi, libri di escursionismo e qualche cartolina un po’ sbiadita. Come nel paesello in cui abitava mia nonna, dove il minimarket era il punto di riferimento praticamente per tutto.
Consigli su dove alloggiare a Maiorca durante un viaggio on the road
A Deià si cammina fra saliscendi orlati di oleandri sfacciatamente in fiore, piante grasse e sterlizie fuori misura, alberi di limone che producono frutti da 400 grammi l’uno, i cui rami sono protetti da reti alte per tenere lontane le mani lunghe dei passanti. Si può salire su Es Puig, la collina al centro del paese, per un giro intorno alla Església de Sant Joan Baptista e al piccolo cimitero lassù in alto, affacciato su terrazzamenti di olivi che sembrano essere lì da sempre.

E poi si scende lungo il sentiero naturalistico fino a Cala Deià, meglio se a piedi, per vedere le coltivazioni miracolate da sole e vento costanti praticamente tutto l’anno. Dalle colline al mare, in qualche ora. (Si arriva anche in auto, ma non c’è paragone).

A Cala Deià, un bagno nel blu — solo per i più coraggiosi che non temono le acque fredde della bassa stagione — e poi se volete si può prendere il sentiero che sovrasta la baia e porta fino a Sóller, fra pini marittimi e rocce a strapiombo sul Mediterraneo. Uno scenario che non si scorda facilmente perché qui la natura non ha vie di mezzo, passa dal dolce profumo degli agrumi alle scogliere aspre nel tempo di una passeggiata.
Sóller
Sóller è una delle cittadine per cui è più famosa Maiorca, sempre presente nella lista dei maggiori luoghi di interesse, probabilmente anche per il treno storico del 1912 che la raggiunge da Palma attraverso le campagne e i pendii della Serra de Tramuntana. La piazza principale è notevole: la chiesa di Sant Bartolomeu è una vera sorpresa architettonica, nonostante sia circondata da caffè sovrappopolati e un traffico non proprio facile da ignorare.

In paese ci sono poi molti altri posti da visitare, o almeno così dicono. La Sala Picasso e la Sala Mirò, allestite nella stazione ferroviaria. E il Museu Modernista, una delle più importanti gallerie dell’isola, non lontano da Palça de la Constitució (dove c’è la chiesa). Peccato averle trovate chiuse durante la nostra tappa in città, e dunque aver perso i principali luoghi di interesse artistico di Sóller. Del resto, qualche imprevisto in viaggio bisogna pur sempre metterlo in conto. Se sarete più fortunati di noi, fatemi sapere com’è andata 🙂
📌 Da Palma di Maiorca a Sóller e fino alla baia di Sa Calobra
Per visitare Sóller ci sono altre soluzioni oltre all’auto: si può optare per un tour autogestito con partenza da Palma di Maiorca sul treno storico che collega le due città. Dopo la visita in centro si prosegue in tram e si prende il battello per la baia di Sa Calobra, una delle più belle dell’isola (ne parliamo nei prossimi paragrafi).
Se l’idea vi può piacere, date un’occhiata a questa pagina sul portale Tiqets, dove si possono acquistare i biglietti combinati per questo giro. (Prenotazioni disponibili solo durante la stagione estiva).
Fortnalux
A pochi chilometri da Sóller si trova un borgo per lo più residenziale, a mio parere più suggestivo: il paesello di Fortnalux. Il suo piccolo centro in pietra è semplicemente delizioso. Le soglie delle case costruite sulla collina sono incorniciate da giardini in vaso; al tramonto tutto si tinge di una luce d’oro. C’è solo una piccola piazza con un paio di locali dove rilassarsi e guardare i bambini giocare fra le strade del paese. Ma in fin dei conti, non serve molto altro.
A nord di Maiorca, atmosfera informale e orizzonti indimenticabili
La zona settentrionale di Maiorca ha in serbo per voi alcuni fra i panorami più belli dell’isola.
Proseguendo sulla tortuosa Ma-10, lasciata alle spalle l’area centrale della Serra de Tramuntana, la catena montuosa si estende fino alla punta più a nord. Qui vi aspettano cime più basse ma ugualmente straordinarie, inframezzate ancora da borghi e porti e piccole spiagge che fanno capolino guardando giù, verso il blu.
Pollença
Secondo me fra i posti più belli da vedere a Maiorca, Pollença merita una tappa di almeno un paio di giorni. Situata quasi al culmine della Serra de Tramuntana, che termina a Cap de Formentor, Pollença dà il meglio di sé in primavera e autunno, quando il clima mite invita ad esplorare le vie e i dintorni lungo i tanti percorsi naturalistici della zona.
Il centro storico accoccolato in una conca fra le colline dà il benvenuto con un’ariosa piazza (Plaça Major) animata da tanti bar, perfetti per un caffè o un aperitivo baciato dal sole. Nei dintorni, le strade si snodano fra vie e negozi eleganti, in perfetto stile maiorchino.


La zona secondo me più affascinante di Pollença è a pochi passi dalla piazza principale: è il Carrer del Calvari, una scalinata che da Plaça Seglars porta alla Eglésia del Calvari, in cima alla collina. Dai 365 gradini fiancheggiati da cipressi ci si innamora follemente della vista sul centro storico, da cui si staglia il campanile della chiesa.
Il Puig de Maria sovrasta Pollença verso sud. Vale la pena infilare le scarpe da ginnastica ancora una volta e arrampicarsi sui suoi 333 m di altezza lungo l’antica via seguita dai pellegrini attraverso il bosco. In cima i trovano il Santuari de la Mare de Déu des Puig e un convento del Trecento. Qui si può anche pranzare o pernottare, volendo. Poco al di sotto del santuario c’è un belvedere affacciato sulle creste di Cap de Formentor.
Cap de Formentor
Ogni guida di viaggio e articolo su cosa vedere a Maiorca cita Cap de Formentor e il faro come luoghi imperdibili dell’isola. E a ragione. È un promontorio surreale, plasmato dalle mani possenti della natura e dei venti. Arrivando in auto da Port de Pollença le sue alture si protendono in avanti dinamiche, avvolte da folate d’aria e onde che sbattono sulle rocce a precipizio. I punti panoramici dove fermarsi sono più di uno, come il Mirador Es Colomer, a circa 6 km a nord del porto. Un posto abbastanza affollato durante le ore centrali della giornata e al tramonto, proprio perché qui la vista è pazzesca.

Poi la strada prosegue ancora, 11 km serpeggianti tra boschi da cui si diramano sentieri in discesa verso cale turchesi. Si va avanti in direzione di quel faro tempestoso che è quasi leggenda, anche perché in pochi lo dicono chiaramente, ma non si può raggiungere, né in auto né a piedi. È zona militare.
A un certo punto la strada è sbarrata, un omino della sorveglianza ha il compito di intralciare le manovre di chi vuole parcheggiare vicino al belvedere sulla strada per vedere il faro.
Alcúdia e la baia
Racchiusa da imponenti mura medievali, la città di Alcúdia è un altro posto di grande fascino da inserire aggiungere alla lista su cosa vedere a Maiorca. Alcúdia ha una personalità decisa e un’atmosfera intima accentuata dalle strade strette fra palazzi signorili. La passeggiata in centro è piacevole, spensierata. Raggiunti i margini della città sul lato nord si può salire sulle mura che costeggiano Carrer del Progres e lasciar andare lo sguardo sui tetti della città e le colline in lontananza.


Al di fuori della cinta invece, la maestosa chiesa di St. Jaume e il sito archeologico di Pollentia, la principale città di epoca romana dell’isola, fondata nel 70 a.C.
Concluso il giro ad Alcúdia, l’omonima baia e il porto turistico sono a pochi chilometri di distanza. Man mano che ci si allontana dalla città il contrasto è netto. Largamente edificata con condomini tutti simili, Port d’Alcúdia probabilmente è per molti un’attraente località balneare. La spiaggia è chiara, il mare limpido e ci sono tutti gli intrattenimenti possibili per chi è in vacanza. Io, sono sincera, non ho apprezzato per niente la bruttura edilizia.
Le spiagge di Maiorca, tuffarsi nel blu
Con oltre trecento giorni di sole l’anno e 550 km di costa, le spiagge e le cale non si contano su quest’isola. Secondo le guide turistiche e i blog, le spiagge più belle di Maiorca sono Es Trenc, Cala Aguila, Cala Mondragó, Cala S’Amarador. La maggior parte si trovano lungo la costa sud e est, e ve le suggerisco — se è questo che state cercando — così come le ho lette: noi di queste non ne abbiamo vista nemmeno una, perché abbiamo visitato soprattutto il lato nord ovest dell’isola.
Qui le spiagge sono più piccole, scavate dalla natura tra scogli e faraglioni, non sempre raggiungibili in auto, mediamente meno frequentate e molte senza attrezzatura (ombrelloni, lettini, ecc.). Per noi andare in vacanza a Maiorca e gettarci su spiagge simili a quelle del lungomare adriatico non avrebbe avuto molto senso. Per questo abbiamo preferito guadagnarci la riva a piedi, più raramente in auto. Abbiamo camminato dal centro di Deià a Cala Deià per un’ora abbondante prima di mettere i piedi sugli scogli della sua baia stupenda. Allo stesso modo, abbiamo raggiunto Port des Canonge dopo una lunga escursione nel bosco di pini marittimi lungo la costa. Un tratto tranquillo contornato da rocce e terra dalle sfumature rossastre. Sa Calobra è senz’altro una delle spiagge più belle di Maiorca e forse una delle più pubblicizzate, anche per la famosa strada di tornanti da capogiro che bisogna percorrere per arrivarci. È notevole, lo confermo, ma con molta sincerità vi confesso abbiamo trovato il trekking nel canyon del Torrent de Pareis ancora più entusiasmante.


E che dire poi dell’Illa de Sa Dragonera, un isolotto satellite della Serra de Tramuntana, sulla punta sud occidentale di Maiorca. Un posto perfetto per l’escursionismo e per vedere dall’alto il mare striato di verde e cobalto, se vi accontentate: è un’area naturalistica protetta, si può fare il bagno solo nella baia vicino al porticciolo dove attraccano le barche. È piccola e bellissima, naturalmente.
Menzione a parte per Playa de Palma, Baia d’Alcúdia e le varie Malaguf, S’Arenal e simili. Quelle secondo me non sono le spiagge più belle di Maiorca. Sono tante altre cose: divertimento, abbronzatura, villaggi vacanza, pub, gonfiabili a forma di fenicottero e negozi pieni di abitini svolazzanti. Per come la vedo io, più che altro grattacieli in cemento che rompono la linea dell’orizzonte. Di spiagge belle comunque parleremo meglio in un prossimo articolo, dedicando loro lo spazio che meritano. Nel frattempo, proseguiamo con l’itinerario.
L’entroterra maiorchino, seducente relax
La regione centrale dell’isola di Maiorca è un’area pianeggiante dall’anima rurale. Le pianure maiorchine, con i campi coltivati che danzano al vento, l’orizzonte ondulato di colline, olivi, cipressi, vigneti. Nel decidere cosa vedere a Maiorca, una tappa nell’entroterra è ideale per rallentare il ritmo. Destinazione per molto tempo trascurata, la parte centrale dell’isola sta rifiorendo grazie al turismo lento nelle finca, agriturismi ristrutturati dove alloggiare per qualche giorno in campagna.


E se l’energia non si fiacca nel giardinetto di una di queste tenute, ci si può mettere al volante e visitare alcuni pueblos nei dintorni: Montuïri, Santa Eugènia, Sencelles, Sineu… Piccoli paesi in cui scoprire le radici rurali di Maiorca, i mulini a vento del Settecento in cima alle colline, i borghi di origine araba. Se vi capita l’occasione, non perdete il mercato del mercoledì mattina a Sineu, una delle città più antiche e interessanti della zona.
Eccoci quindi alla fine di questo lungo articolo. Spero di avervi dato tante idee per organizzare un viaggio interessante e un po’ alternativo a Maiorca. Se avete domande o curiosità scrivetemi nei commenti o iscrivetevi alla newsletter per ricevere via email i prossimi approfondimenti.