Dhampus, villaggio di montagna con vista sull’Annapurna
Un piccolo villaggio di montagna a nord ovest di Pokhara. Dhampus è un luogo dove trascorrere alcuni giorni immersi nel verde e nelle tradizioni delle genti che abitano da queste parti.
È un posto da visitare anche se partite per un viaggio in Nepal nei mesi estivi, quando non è possibile fare trekking a causa dei monsoni, ma la voglia di natura isolata e dirompente vi spinge ad avvicinarvi almeno un po’ alle vette più alte del mondo, per osservarle più da vicino.
Dhampus in Nepal è anche la porta di accesso per l’Annapurna Conservation Area Project, una vasta area naturale protetta ai piedi del popolare circuito di trekking dell’Annapurna. Nemmeno menzionato in alcune guide turistiche di viaggio, questo villaggio è molto frequentato in ottobre e novembre, durante il periodo migliore per la montagna. In agosto invece è un angolo di pace senza turisti, a 1.650 metri di altitudine.
Un luogo speciale da visitare per conoscere ritmi di vita tradizionali, legati alle coltivazioni e alla natura, dove incontrare le minoranze etniche dell’etnia Gurung e visitare i loro villaggi.
Qui, dove la città più vicina è a un’ora e mezza di auto, quelle degli abitanti e della natura sono le uniche voci che si sentono fra le montagne.
Come arrivare a Dhampus
Pokhara e Dhampus si trovano a poca distanza, circa 30 km, tuttavia se volete raggiungere il villaggio vi sconsiglio di improvvisare su questo percorso.
La strada che conduce a Dhampus partendo da Pokhara infatti non è asfaltata e se come noi volete raggiungere il villaggio nella stagione dei monsoni questo percorso si trasforma facilmente in uno slalom fra pozze profonde e fango.
Il mezzo più adatto per salire in montagna è il fuoristrada, guidato da una persona esperta che conosce il tragitto e sa come evitare le insidie causate dalle piogge, che in agosto sono frequenti. Affidatevi ad un’agenzia locale esperta per andare a Dhampus, che possa organizzare il trasferimento su un mezzo di trasporto adeguato.
Come ci ha spiegato la nostra guida locale, non è raro che alcuni vi propongano di raggiungere le località di montagna con la propria auto “truccata”. Alcune guide locali infatti fanno modificare le loro macchine alzando l’assetto, per evitare il rischio di rimanere infangati lungo la strada. Tuttavia vi consiglio di non affidarvi a questi mezzi perché non sono l’ideale in termini di sicurezza.
Il tragitto da Pokhara dura un’ora e mezza ed è un po’ faticoso per via della strada polverosa e sobbalzante, di cui l’ultima parte con una discreta quantità di tornanti.
In ogni caso è molto interessante osservare, seppur solo dal finestrino, la vita nelle zone rurali che si attraversano lungo questo percorso, dove le case sorgono in mezzo alle risaie o a fianco alle serre in cui si coltivano le verdure.
Cosa fare a Dhampus
A Dhampus in Nepal ci si può immergere completamente nella tranquillità e nella natura, lontano dal chiasso e dalle vie più affollate di Pokhara.
Se il tempo lo consente, anche in estate si possono fare dei brevi percorsi di trekking camminando fra le “colline”. Nonostante l’altitudine oltre i 1.600 metri, per i nepalesi i dintorni di Dhampus sono poco più che “hills” in confronto alla catena dell’Himalaya che fa da sfondo.
Noi purtroppo non siamo stati molto fortunati in questo senso, perché nei giorni precedenti al nostro arrivo aveva piovuto forte e quindi, oltre a fango e pozze, i sentieri erano popolati di sanguisughe, che vengono fuori durante la stagione dei monsoni.
Tuttavia i due giorni a Dhampus sono stati fra i più belli che abbiamo trascorso in Nepal, circondati dalla natura e da una pace quasi irreale.
Le ore trascorse sul terrazzo del nostro piccolo hotel affacciato sulle montagne, le passeggiate nei dintorni e nei villaggi Gurung lì vicino sono stati indimenticabili.
Messa da parte per qualche momento la frenesia del viaggio e delle visite culturali, c’è stato tempo per incontrare le persone e osservare le nuvole che coprivano le vette dell’Annapurna e Macchapucchre, sperando che all’alba qualcuna svelasse le sue nevi perenni.
Alzarsi presto per ascoltare il risveglio delle montagne e attendere che si mostrassero alle prime luci del giorno è stato uno dei momenti più emozionanti del viaggio, più che non vedere l’alba dalla collina di Sarangkot.
Se andrete a Dhampus durante i mesi invernali, assisterete senz’altro ad uno spettacolo indimenticabile, con la catena dell’Himalaya completamente sgombra da nubi.
La vita nelle zone di montagna
Ciò che colpisce di più della vita nei villaggi di montagna come Dhampus in Nepal, è come e in che misura le popolazioni che ci vivono siano legate alle tradizioni.
A valle, nelle grandi città come Kathmandu e Pokhara, si respira una certa modernità e tutto scorre a ritmo veloce; il contrasto con queste aree isolate è netto.
I valori legati alla famiglia e alla terra si sentono fortemente fra le case di Dhampus, e ancor più nei villaggi Gurung a poca distanza, dove tutte le attività ruotano intorno al nucleo famigliare, alle coltivazioni e all’allevamento degli animali.
In bassa stagione le attività alberghiere sono quasi tutte chiuse e i pochi turisti che passano attirano gli sguardi delle donne anziane, che restano apparentemente impassibili al nostro passaggio, ma si voltano a guardarci con curiosità quando pensano che siamo ormai lontani.
Bambini e ragazzini riempiono le strade dopo la scuola, rientrando da soli nelle loro case sparpagliate qua e là fra le colline, con le loro divise di colore blu. Congiungono le mani nel tradizionale “namaste”, ci seguono per qualche metro e chiedono da dove veniamo, felici di scambiare con noi qualche parola. Poi scappano via ridendo con i loro occhi brillanti e profondi come pece.
Le ombre delle tradizioni
Senza la nostra guida probabilmente non avremmo mai conosciuto alcuni aspetti della vita a Dhampus, in cui a fianco alla gioia e alla bontà di queste popolazioni di montagna convivono anche usanze che si spera possano essere superate un giorno.
In queste aree remote infatti resistono i “children marriage”, i matrimoni dei bambini. Nonostante siano ormai illegali e il governo nepalese abbia costruito una scuola a Dhampus per combattere questa usanza, accade ancora che in queste zone le famiglie facciano sposare i loro figli all’età di 12-13 anni.
Una volta sposate, le bambine abbandonano la scuola per occuparsi della casa e degli animali, mentre i bambini presto lasciano il villaggio per andare a lavorare a valle o all’estero.
Per questo motivo fra le case di Dhampus e soprattutto nei villaggi limitrofi non si vedono uomini, ma solo donne, anziani e moltissimi bambini.
Sembra di fare un tuffo nel passato, in epoche per noi ormai lontane. Un impatto anche un po’ forte, non lo nego, che dà molto da pensare a chi come noi arriva dall’Occidente e vive un un mondo così diverso dal loro. Ma conoscere queste realtà e ritrovare la capacità di apprezzare le cose semplici è uno dei tanti motivi per visitare il Nepal.
I villaggi delle minoranze di etnia Gurung a Dhampus
La popolazione nepalese è composta da numerose minoranze etniche e fra le montagne di Dhampus vive il gruppo dei Gurung, un’etnia che si distinse in passato per i suoi valorosi soldati al servizio dell’Inghilterra. Oggi questa etnia vive nei dintorni di Pokhara portando le pecore al pascolo sulle pendici dell’Himalaya e coltivando mais, grano e patate.
Qui infatti il territorio è troppo impervio per poter coltivare il riso: le montagne non possono essere irrigate a sufficienza come nei campi più a valle, perciò i Gurung piantano il mais e acquistano il riso proveniente da altre regioni.
I villaggi dell’etnia Gurung sono costituiti da case tradizionali, in cui possono vivere solo i membri della loro popolazione: gli unici abitanti appartenenti ad altri gruppi etnici in realtà non sono proprietari di alcuna delle case, ma persone che aiutano nella manutenzione e nelle attività famigliari.
Come dicevo nel paragrafo precedente, questi villaggi infatti sono abitati soprattutto da donne, bambini e anziani. Gli uomini lavorano nelle grandi città o emigrano all’estero, per lo più in Medio Oriente o in Malesia. Tutto il lavoro è quindi affidato alle donne adulte del paese, che hanno il compito di mandare avanti la casa e crescere i figli.
L’ospitalità fra le montagne di Dhampus
Le popolazioni di questa zona sono in gran parte famiglie povere, ma la loro gentilezza nei confronti degli stranieri è incredibile, come in tutto il resto del Nepal. Quando abbiamo visitato il loro villaggio ci hanno accolti con larghi sorrisi, portando nel cortile “le sedie buone” per farci sedere fra loro e chiacchierare, con l’aiuto delle nostre guide locali che facevano da interpreti.
Le donne adulte e soprattutto gli anziani parlano pochissimo inglese infatti, ma i loro bambini lo imparano già da piccoli anche nelle scuole pubbliche, che sono frequentate dai bambini delle famiglie più povere.
Nel patio delle case, le donne tessono a mano abiti e sciarpe tradizionali, prodotti artigianali pregiati che richiedono lunghe giornate di lavoro.
Una delle signore del villaggio ci ha raccontato che per tessere la sciarpa a cui stava lavorando ci avrebbe impiegato sei giorni e l’avrebbe venduta, a turisti o all’estero, al prezzo di 3.000 rupie nepalesi (circa 25 €).
Lei alterna le faccende domestiche, allevare gli animali e occuparsi del campo di mais poco distante dal cortile, con il lavoro di tessitura, quasi un’attività riposante per lei. Quel giorno si sentiva troppo stanca per portare avanti i lavori di fatica.
Poco distante, alcuni anziani accudivano gli animali e si dedicavano alla pulizia del cortile, gli occhi contornati da rughe profonde che si curvavano verso l’alto al nostro passaggio.
Questa breve permanenza fra le popolazioni di montagna del Nepal è stata un’esperienza molto significativa durante il nostro viaggio, per cui vi invito a spingervi oltre il limitare delle città storiche più conosciute per immergervi nel profondo delle tradizioni nepalesi.
Durante i festival religiosi, così come a tavola, gustando i piatti tradizionali della cucina nepalese, sono molti gli aspetti che conquistano i viaggiatori, primo fra tutti il cuore grande e generoso dei nepalesi, che senz’altro rimarrà fra i vostri ricordi più cari.
Se volete conoscere più da vicino la cultura nepalese, vi invito a continuare la lettura di altri due articoli in cui vi racconto i lati meno turistici di questo viaggio: 10 cose e fatti curiosi sul Nepal e la nostra particolare esperienza in un monastero buddista di Kathmandu.
2 commenti
Anche a me piacciono moltissimo, anche se non ho potuto visitarne molti come te fino adesso 🙂
Credo che siano luoghi in cui ci si può prendere una pausa da tutto il resto e apprezzare la lentezza che noi occidentali abbiamo perso per strada.
Il Nepal fa parte della mia lista dei desideri! Adoro anch’io questi piccoli villaggi orientali fra le montagne. Ne ho potuti visitare molti fra Indonesia e Cina e, circondati da tutto quel verde e dai ritmi lenti, li trovo davvero rilassanti.